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recensione di Tozzi, M., L'Indice 1994, n. 1
'Paleomagicians', questo è il nomignolo con cui vengono appellati coloro che si occupano di paleomagnetismo dagli altri geologi e geofisici della comunità scientifica internazionale. Forse perché annegano giorno e notte in laboratori ermeticamente difesi da scudi amagnetici, forse perché manovrano sofisticati apparecchi a bagno di elio liquido, forse perché eseguono campionature con un trapano a motore e sanno dire quando il polo Nord si trovava al posto del polo Sud (e viceversa), ammaliati dalla tentazione di ristabilire dove si trovavano i continenti qualche decina di milioni di anni fa e che percorsi hanno seguito per arrivare alla loro attuale posizione. Nessuno strumento di conoscenza in geofisica ha avuto - e ha - un'importanza paragonabile al paleomagnetismo, che permette di orientarci attraverso le lacunose e altrimenti oscure tappe della deriva dei continenti. Lo studio del magnetismo fossile delle rocce (quello che cioè è stato fissato al momento della loro formazione) è addirittura diventato una delle prove principali a supporto della teoria della tettonica delle placche, quella "prova indipendente" senza la quale gli scettici sarebbero ancora oggi maggioranza.
Ma non è solo il paleomagnetismo quello che si scopre nel libro di Meloni: esistono aspetti del magnetismo terrestre più vicini alla vita di tutti i giorni che non i movimenti delle placche litosferiche. A cominciare dagli effetti del geomagnetismo sui sistemi biologici: se lo schermo magnetico naturale generato dalla Terra ci difende dai raggi cosmici, cosa succede in quei momenti-molto frequenti da un punto di vista geologico: ogni 5.000-10.000 anni - in cui il campo si inverte, ossia quando il polo Nord (magnetico, non geografico) si scambia con il polo Sud? E qual è l'origine delle macchie solari e del loro influsso? Esiste davvero un "magnetismo" delle persone, o non si tratta di un termine di cui si abusa troppo?
La Terra è un pianeta magnetico, possiede cioè un campo magnetico (di intensità bassa, che difficilmente può agire direttamente sui sistemi di vita) che è importante non solo per i risvolti di cui si è detto. Lo studio della cosiddetta magnetosfera, per esempio, ha un'importanza ormai paragonabile a quello dell'atmosfera o della biosfera; inoltre le tempeste magnetiche sono più frequenti di quanto si possa immaginare e le aurore polari sono - da tempo - un fenomeno che colpisce l'immaginazione, facendo ancora ammattire gli studiosi a proposito della loro origine. Lo studio del magnetismo terrestre rappresenta una delle più antiche forme di indagine scientifica: l'uso della bussola era già conosciuto in Oriente forse dal III secolo a.C; mentre Talete aveva già intuito il fenomeno dell'induzione magnetica, anche se le prime testimonianze scritte risalgono alla fine del XII secolo. Fino ad allora le spiegazioni erano di tipo animistico.
Di quale sia l'origine del campo magnetico della Terra ancora oggi non se ne sa molto: se ne occupano solo pochissimi specialisti, in un linguaggio fra i più difficili. Si tratta di un antico problema di filosofia naturale che - al limite del XXI secolo - non ha ancora trovato la risposta. La Terra non è più un magnete, come pensava già nel 1600 Gilbert nel suo "De magnete", anche se sembra comportarsi come tale. Il modello della dinamo autoalimentata riscuote attualmente i maggiori consensi, ma ancora non è chiaro cosa abbia innescato il "movimento" di esordio e quando. In un linguaggio semplice - ma non semplicistico - Meloni ci conduce attraverso queste e altre tematiche con un filo di ironia.
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