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Testo imprescindibile nella pubblicistica sulla "notte della Repubblica". Tre giovani giornalisti fanno quello che i giornalisti non fanno più: fare inchieste sul campo e andare a cercare i testimoni. Ne esce un libro a tratti agghiacciante. Ognuno può valutare a proprio modo le ammissioni (e i non detti) di Maletti, ma che non siano di assoluta rlevanza non si può proprio dire. Da non sottovalutare anche l'intervista a Gianni Casalini, all'epoca infiltrato del SID come fonte Turco.
Ottimo libro descrive uno dei periodi bui della nostra repubblica. Terrorismo rosso ed eversione nera. La testimonianza di un altissimo ufficiale ke hai tempi aveva una posizione prevegiata per osservare i fatti.
L'Italia repubblicana ha una lunga tradizione di stragi, soprattutto compiute da terroristi di destra, rimaste senza colpevoli; piazza Fontana è probabilmente la più famosa, con non so quanti processi che alla fine si sono tutti conclusi con un nulla di fatto. Dopo più di quarant'anni molti protagonisti sono oramai morti o spariti; e i pochi rimasti non sono certo facilmente raggiungibili. Tre giovani giornalisti nati nei primi anni '80 e quindi ben dopo la strage si sono recati addirittura in Sudafrica a intervistare l'ormai quasi novantenne generale Gian Adelio Maletti, numero due del Sid nei primi anni '70 e condannato per i depistaggi dei servizi segreti italiani. La parte principale del libro è l'intervista a Maletti: la mia sensazione è che il generale abbia giocato come un gatto con tre topolini, raccontando spizzichi e bocconi della "sua" verità mischiati a "rivelazioni" parziali e chissà quanto vere; quella sull'assassinio di Kennedy (no, non c'entra un tubo con Piazza Fontana) è probabilmente la migliore. Il tutto togliendosi un po' di sassolini dalle scarpe. Un libro inutile, insomma? Tutt'altro. I tre giornalisti si sono infatti preparati molto accuratamente sui fatti e sulle ricostruzioni giudiziarie, e così viene presentata una panoramica delle cose che sono state appurate, e delle ipotesi che non potranno mai venire dimostrate. La presenza immanente in tutto il libro (occhei, ogni capitolo inizia con una sua citazione...) è quella di Andreotti, che a dire di Maletti sa tutto e lo sapeva già allora; per il resto, sono utilissimi la cronologia in appendice e il glossario dei nomi rilevanti. Leggetevelo, se siete interessati alla storia contemporanea italiana!
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