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Più segreti degli angeli sono i suicidi - Gian Marco Griffi - copertina
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Più segreti degli angeli sono i suicidi
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Più segreti degli angeli sono i suicidi - Gian Marco Griffi - copertina
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Descrizione


E allora alzatevi le gonnelle, signore, dacché si va all’inferno

«Il suo libro è barocco, eccesivo, indegno, moralissimo, feroce, tenero, laido, ributtante e affascinante. Le idee originali comico-sataniche sono talmente tante che chissà quante riuscirò a ricordarne…» - da una lettera di Franco Foschi a Gian Marco Griffi pubblicata su Vibrisse

Tra le altre cose, a Sabbione, la città in cui si svolgono le vicende del libro, si venera un Dio suicida, poeti sciamannati scrivono pessime poesie, ci si diverte decapitando tacchini, ci si annoia, si attende vanamente che si scateni un temporale, si tradisce, ci si rinchiude in cliniche per curare l’ipocondria con la meteopornografia, ci si fa predire il futuro e si crede ciecamente al responso dei divinatori, si parla esperanto, si consultano le regole del golf, si sgomberano cadaveri dalle strade, talvolta si ride, spesso si è indifferenti, sporadicamente si prova a piangere, si vaga senza meta in auto su strade circondate da vigne, rotolare e campagna selvaggia in cerca di un buon posto per dimenticare se stessi, si elegge democraticamente un dittatore, ci si ribella, si commettono brutali omicidi e, soprattutto, ci si uccide, giacché questo impone la legge morale e civile. Benvenuti a Sabbione.
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Dettagli

2017
15 settembre 2017
667 p., ill. , Brossura
9788899557713
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Indice

Questa mattina all’alba hanno riesumato il santo patrono di Sabbione Bertran de Born e l’hanno messo lì, sopra una pietra a essiccare, mentre le autorità facevano a pugni per rendergli onore. Del corpo del santo patrono resta solo la testa, perché il tronco con il collo le braccia e le gambe e insomma tutto il resto furono trafugati dai contrabbandieri di salme negli anni ’30, quando si usava trafugare i cadaveri. Mio fratello dice che San Bertran de Born era un uomo cattivo, una vera faccia di merda dice, con gli occhi satanici e lo sguardo maligno; ha ucciso più persone lui della peste e dell’aids messi insieme dice, sta dietro solo al cancro perché il cancro è una malattia fottuta che ce l’ha avuta lo zio eccetera eccetera; e comunque, morale della storia, il nostro patrono secondo mio fratello era davvero una bestia. Però adesso vederlo lì, in televisione, mummificato, che si squaglia al sole di questo splendido pomeriggio di luglio mentre quei vigliacchi della politica e della chiesa lo sfiorano con le dita inanellate e schifose fa un certo effetto. Ha le labbra ritratte e i denti gialli, il patrono, ed è veramente smunto e terribilmente nauseabondo, almeno a sentire i commenti degli inviati delle televisioni, che tra un po’ s’infilano una maschera antigas per sopportare la puzza. Inoltre ha un colorito olivastro che sembra un incrocio tra una prugna e un fico. Aveva molte piaghe, il nostro patrono, c’è chi dice procurate da acido fenico chi dice da un’investitura elevata, qualcuno sostiene addirittura da Iddio in persona, col quale Bertran de Born ebbe sicuramente una tresca. E oggi la sua misera mummia-testa, il fossile della sua nobiltà, giace sulla pietra marmorea più grande del Cimitero Monumentale Iscariotico di Sabbione, mentre una folla è accalcata all’esterno delle mura urlando il suo nome e attendendo il proprio turno per sfiorargli le labbra o i capelli un tempo di quel rosso purpureo proprio dei guerrieri santi. Il biglietto d’ingresso costa diciotto euro. Ci sono bancarelle con immagini e magliette, cappi, spade e l’immancabile elmo di Bertran in campo azzurro, emblema della sua casata. È davvero una splendida giornata di luglio e tutti stiamo ammirando alla tv l’ostensione della testa-salma del nostro patrono e io ho mandato affanculo mio fratello perché, cazzo, mica si può infangare la memoria di un eroe e di un santo con un mucchio di fandonie buone per un racconto da giornaletto porno inserito, così tanto per dare respiro ai lettori, tra una fica e l’altra.

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Giuliano P.
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Gian Marco Griffi conosce il potere del linguaggio e l’arte di narrare come pochi. E questa raccolta di racconti che compongono il romanzo ne testimoniano le notevoli capacità dedicate all’oggetto narrativo. Mi auguro di poter leggere altri suoi scritti.

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Sergio
Recensioni: 5/5

Ho comperato questo libro un po' per caso, ed è semplicemente fantastico. Si ride e si piange, si resta interdetti, ci si immerge in un mondo 'favoloso' magistralmente costruito, con una miriade di personaggi e una miriade di registri narrativi. Può lasciare spiazzati, perché libri così ce ne sono pochi.

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Giulio Mozzi
Recensioni: 5/5

"Più segreti degli angeli sono i suicidi" di Gian Marco Griffi è un gran bel romanzo. Ebbi la fortuna di leggerlo ancora prima della pubblicazione e l'onore di sostenerlo durante la sottoscrizione (Bookabook è un editore che pubblica in crowdfunding). E' un romanzo pantagruelico, postmodernistico, divertente, sterniano, intelligentissimo, crudele - e chi più ne ha più ne metta -, e soprattutto è un romanzo che ti porta in un mondo inventato - il mitico Stato di Sabbione - e lì ti tiene prigioniero per un sacco di pagine.

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Conosci l'autore

Gian Marco Griffi

1976, Alessandria

Gian Marco Griffi è un autore italiano. Piemontese, cresciuto a Montemagno, ha studiato filosofia all’Università di Torino. Da sempre appassionato di scrittura e dotato di una spiccata immaginazione, ha pubblicato racconti per Cadillac, Ammatula, Argo, YAWP, Scorretto Magazine.Tra i suoi titoli ricordiamo, Più segreti degli angeli sono i suicidi (bookabook, 2017), Inciampi (Arkadia, 2019) e Ferrovie del Messico (Laurana Editore, 2022), libro candidato al Premio Strega 2023.

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