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La prigione più grande del mondo. Storia dei territori occupati
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prigione più grande del mondo. Storia dei territori occupati
Dall’autore di La pulizia etnica della Palestina, uno sguardo incisivo sui Territori Occupati, che riprende la storia da dove si era interrotta nel precedente libro. Il noto storico israeliano, attingendo a ricerche d’archivio rivoluzionarie, documenti di ONG e resoconti di testimoni oculari, rivolge la sua attenzione all’annessione e all’occupazione di Gaza e della Cisgiordania.
«Pappe sostiene audacemente e in modo persuasivo di considerare i territori occupati come la “più grande prigione del mondo… Le conclusioni di Pappe non saranno accolte positivamente da tutti, ma questa storia dettagliata è rigorosamente supportata da fonti primarie». - Publishers Weekly
«Ilan Pappe è lo storico più coraggioso, più rigoroso e più incisivo di Israele». - John Pilger
In questa esplorazione completa di uno dei conflitti più prolungati e tragici del mondo, Pappe utilizza materiale d’archivio recentemente declassificato per analizzare le motivazioni e le strategie dei generali e dei politici, nonché lo stesso processo decisionale, che hanno gettato le basi dell’occupazione. Da un’indagine sulle infrastrutture legali e burocratiche messe in atto per controllare oltre un milione di palestinesi, ai meccanismi di sicurezza che hanno imposto vigorosamente quel controllo, Pappe dipinge un quadro di ciò che è a tutti gli effetti il più grande carcere del mondo.
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In commercio dal:
6 settembre 2022
Pagine:
330 p.
EAN:
9791259672483
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Fersand1944
01 agosto 2024
Verità documentate
Chi vuol capire il perché di questa guerra in Palestina, di questo orribile massacro, deve leggere questo libro (ed anche la “Pulizia etnica della Palestina”). Pappè, documentando ampiamente quanto afferma, dimostra come l’idea del Grande Israele, Eretz Israel, Terra di Israele fosse già presente nella mente di chi portò a termine la “pulizia etnica” del 1948, con la quale Israele si impossessò del 78% della Palestina. Allora quella fu “un’occasione mancata”, che riprese vigore con la “Guerra dei 6 giorni” del 1967, portata a termine con l’acquisizione di un ulteriore 22% del territorio, pian piano occupato dai coloni ebrei. L’obiettivo di oggi è ancora quello: svuotare, con il terrorismo della guerra e dei coloni, la Palestina dai Palestinesi in maniera da poter includere quei territori, oggi soltanto occupati ma non posseduti, nello stato d’Israele.
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Robert67
25 gennaio 2024
Una falsità
Illan Pappè è il classico esempio di un uso fazioso e distorto delle fonti. Meglio leggere storici che lo sono veramente come Vercelli , Segev o Benny Morris.
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massimo
23 dicembre 2023
I territori "occupati"
Già nel 1963 in Israele si studiavano le strutture attraverso le quali controllare la Cisgiordania come zona "militarmente occupata". La base erano i regolamenti creati dagli inglesi che però erano stati bollati dagli stessi capi sionisti come "nazisti"(pag.23). Già dal 1965 esistevano progetti di distruzione preventiva delle forze aeree arabe. Agli inizi del 1967 iniziano provocazioni israeliane a sostegno dei timori dei coloni confinanti (sei velivoli siriani abbattuti). Dayan e Alon avevano deciso che era l'occasione per espandersi (pag.89). Israele attacca e la Giordania reagisce in forza dell'alleanza con l'Egitto. Distrutta la sua aviazione non c'erano ragioni per occupare tutta la Cisgiordania nè sussistevano pericoli stante l'appoggio USA così che la guerra non fu altro che la continuazione della pulizia etnica del 1948 (sulla quale I.Pappè, La pulizia etnica della Palestina, Fazi, 2008) e della sua espropriazione globale (p.100). Occupato il 78% del territorio con i metodi descritti da Pappè i quel libro non restava che il 22% da acquisire con i sistemi descritti in questo.
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