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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2014
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Trovare libri usciti da qualche anno e leggerli oggi fa sempre uno strano effetto, ormai siamo abituati a un mese in libreria e poi tutto sparisce, tranne i best seller. Forse anche i temi di questo libretto così duro non sono più attuali? Io non credo. Si fa leggere, questo è sicuro. E descrive una realtà che ormai non fa più notizia, ma esiste, è ancora "viva". Solo che il vuoto si è come "spostato". Da quello "generazionale" a uno più diffuso, più totalizzante. Per assurdo le parole così forti di Prima che sia giorno, oggi lo sono un po' meno, perché sembrano superate da una realtà che peggiora, tra scandali, corruzione, malessere. Rileggere oggi questo libro impressiona più che altro perché quei ventenni che descrive tanto impietosamente sono quasi trentenni, e si accorgono che il vuoto ce l'hanno ancora dentro, ma la rabbia no, anche la rabbia hanno perso. Prima che sia giorno è un testo interessante ma, appunto, è ancora drammaticamente un "prima" che non può immaginare un futuro peggiore; quello che oggi stiamo vivendo.
Se il vuoto fosse esprimibile con delle parole, sarebbero proprio quelle di questo libro. è quasi una filosofia negativa quella contenuta in queste pagine, una filosofia che ha la sua tradizione, ma che non manca di sconvolgere ogni volta che si ripresenta con tratti sempre più disperanti.
Ho letto una recensione del libro Prima che sia giorno e, incuriosita dal fatto che l'autore avesse la mia stessa età e vivesse nella mia città, ho comprato e letto il libro. Non credevo si potesse avere un'immagine tanto negativa delle ragazze mie coetanee. E non credevo ci potesse essere tanta disperazione dietro l'incapacità di un giovane di comprendere queste ragazze, come se fossero sempre sfuggenti, superficiali e molto spesso crudeli. Trovo che il finale del libro sia la parte più bella, la parte all'estero quella più vera e più sentita. Ho avvertito tutta l'ingenuità e il dolore di un ragazzo tanto giovane e singolare, e che tuttavia condivide con i suoi coetanei, con i ragazzi che conosco, una caratteristica essenziale: anche lui come loro non riesce (o non può) confessare apertamente la sua sofferenza.
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