Prima dell'alba
- EAN: 9788854511170

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«Attento ai risultati della storiografia più consolidata, Malaguti ci propone un racconto tanto coinvolgente quanto realistico» – Giovanni De Luna, Tuttolibri
«Un giallo, un noir, un trattato sulla vita di trincea, una bella prova di narrativa che muove da un fatto di cronaca» – il Venerdì di Repubblica
«Il dramma di Caporetto spiegato in un romanzo. Ci ha provato con successo Paolo Malaguti» – Corriere della Sera
La mattina del 27 febbraio 1931 i passeggeri del primo treno in transito sulla linea Prato-Firenze notano un corpo accasciato lungo la massicciata: è il cadavere di Andrea Graziani, classe 1864, luogotenente della Milizia volontaria, generale pluridecorato della Grande Guerra, grosso calibro del partito fascista. Come è morto il Graziani? È stato un suicidio? Una caduta accidentale? Un furto finito male? L’ispettore Ottaviano Malossi, classe 1899, inizia a scavare con prudenza, tra resistenze, false piste e pressioni dall’alto: bisogna fare presto, trovare colpevoli se ve ne sono, ma soprattutto consegnare quanto prima il corpo dell’eroe della Patria agli onori che il regime vuole tributargli. Il viaggio alla ricerca della verità sarà più lungo del previsto, e, dai binari della linea Prato-Firenze, l’ispettore Malossi sarà condotto lontano nel tempo e nello spazio, indietro fino all’ottobre del 1917, lungo le strade fangose del Friuli e del Veneto, percorse da un esercito in rotta, o, per dirla con le parole dei dispacci ufficiali, in «ripiegamento strategico» dalle trincee pietrose dell’Isonzo al Piave e al Monte Grappa. Capitolo dopo capitolo, alle indagini dell’ispettore Malossi si alterna l’esperienza del Vecio, fante italiano testimone silenzioso del disastro di Caporetto, e, prima ancora, di una vita di trincea resa intollerabile da mille difficoltà materiali, cui si aggiunge il rigore insensato di una gerarchia pronta a far pagare con la fucilazione anche la più banale infrazione del regolamento. Il racconto ci conduce così attraverso la censura occhiuta delle lettere dal fronte, il massacro dei «ragazzi del ’99» mandati al macello senza il tempo di ricevere una giusta preparazione, le fucilazioni sommarie per disubbidienza a ordini assurdi, o soltanto per mancanza di coraggio di fronte all’orrore assoluto. Il tutto mediato da un’accurata ricerca linguistica in grado di recuperare il «gergo di trincea», il codice, espressivo e talvolta imprevedibile, con cui gli italiani, per la prima volta nella storia, tentarono di superare le differenze linguistiche in una situazione nella quale non capirsi poteva significare la morte. Andrea Graziani fu protagonista dell’esecuzione, il 3 novembre 1917 a Noventa Padovana, dell’artigliere Alessandro Ruffini, colpevole di averlo salutato militarmente senza prima essersi levato di bocca il sigaro che stava fumando. Il 27 febbraio 1931 Graziani fu trovato mortosui binari nel tratto Prato-Firenze: la causa della morte non fu mai accertata, anche se le autorità dell’epoca archiviarono il caso come una caduta accidentale dal treno. Ma un uomo che cade per errore dal treno non va a finire sulla scarpata opposta a quella di marcia. Chiuse in tutta fretta le indagini, celebrato il funerale, la stampa non parlerà più del caso. Ma i dubbi restano: si è davvero trattato di incidente oppure qualcuno potrebbe avere avuto un movente per uccidere il luogotenente della Milizia? A metà tra il giallo e il grande romanzo storico, Prima dell’alba racconta, attraverso un’attenta ricostruzione storica, frutto di un grande lavoro di documentazione, un viaggio nel passato sulle tracce di una terribile verità. Un romanzo che getta una luce nuova sulle scelte, di memoria e di celebrazione, di oblio e censura, fatte dall’Italia «vittoriosa» attorno al mito della Grande Guerra e al destino dei troppi caduti di questa inutile strage.
Periodo/Luogo/Soggetto: XX sec., Italia, Fascismo

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16/05/2020 08:33:55
Prima dell'alba è uno dei miei libri preferiti. Una costruzione del romanzo intrecciata tra passato e presente che inizialmente ti scombussola e ti disorienta ma poi i pezzi del puzzle si uniscono dando origine ad un libro meraviglioso. Ricco di contenuti storici che ricordano cosa hanno passato i soldati specialmente delle trincee di firmato cadorna intrecciato con le indagini di un commissario sulla morte di uno dei personaggi più illustri dell'esercizio.
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12/05/2020 15:24:00
Un libro che mette in mostra, talvolta con gusto grandguignolesco, gli orrori della prima guerra mondiale. Ma credo che questa sia una chiave di lettura riduttiva e limitativa. Il romanzo offre una profonda riflessione sulla banalità del male, per dirla alla Hanna Arendt, sulla facilità con cui l’individuo si fa coscientemente complice dei più brutali meccanismi di oppressione e di morte. Sarebbe comodo e consolatorio considerare il generale Andrea Graziani un mostro, un delinquente, un farabutto. No, era un lucido e conscio e perfino orgoglioso esecutore di un ruolo che gli era stato assegnato, un volenteroso carnefice, per usare la felice espressione coniata dallo storico Daniel Goldhagen. Il romanzo si sviluppa lungo due linee spazio-temporali diverse, che si incrociano nel capitolo finale: la vicenda corale, epica, da tragedia greca, della guerra di trincea, e l’indagine poliziesca su un omicidio che ha radici lontane … anche in questo romanzo Malaguti innesta bene la dimensione gergale (in questo caso il lessico di trincea). Rispetto al precedente “La reliquia di Costantinopoli”, la prosa di Malaguti si fa più sobria e asciutta, guadagnando in efficacia. Un libro lirico e tenero, con un finale bellissimo e commovente.
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14/04/2020 12:30:04
Libro bellissimo. Riletto un paio di volte. Emozionante, genuino, fantastico, difficilmente un libro riesce a prendermi così. Soldi ben spesi. Consigliatissimo.
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28/10/2019 08:25:42
bravo Malaguti bel libro ed ottima ricostruzione storica con i due personaggi principali molto ben descritti.buon giallo e buon saggio storico sulla prima guerra mondiale.
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21/09/2019 16:52:05
Romanzo bipartito che segue due linee narrative diverse ma parallele: la prima è ambientata nelle trincee della Grande Guerra del 1917, la seconda in pieno fascismo. Il legame tra le due vicende è la sinistra figura del gen. Graziani, il quale, resosi noto per l'inutile ferocia verso i soldati durante la ritirata di Caporetto, morì in circostanze oscure parecchi anni dopo la fine della guerra. Mentre la parte ambientata nel 1931 ricostruisce in maniera fantasiosa ma suggestiva la morte dell'ufficiale, la prima parte rievoca la vita di trincea tra aneddoti, miserie, linguaggio dei soldati e dolore. Lo stile è indubbiamente scorrevole e gradevole e si capisce che l'autore concentra il suo impegno maggiormente nelle pagine dedicate alla vita di trincea, tuttavia a chi ha già una discreta conoscenza della letteratura memorialistica militare (Salsa, Monelli, Lussu etc.), il libro risulta molto artefatto, ovvero una carrellata di situazioni prese da fonti già note e nemmeno citate in bibliografia. Dunque un libro che entusiasma i lettori poco preparati e lascia gli altri indifferenti. Utile tuttavia come lettura scolastica.
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21/06/2019 16:58:25
Un romanza fatto veramente bene sotto tutti i punti di vista: trama, linguaggio, personaggi, ricostruzione storica. Tutto veramente molto curato. Lettura consigliata.
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08/02/2019 21:37:10
Anche in questa opera , Malagutti si riconferma una splendida penna capace di cogliere al meglio la intimità dei personaggi che disegna e rende protagonisti nei sui racconti. Una toccante fotografia della guerra vissuta da uno dei tanti signor nessuno , muto testimone della assurdità distopica imposta da pochi a molti. Consigliabile.
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01/01/2019 18:11:34
Un bel giallo che lega la vita in trincea della prima guerra mondiale a un evento di cronaca del 1931, ripercorrendo anche le decimazioni e le fucilazioni seguite a Caporetto. Sarebbe stato bello e opportuno, secondo me, che l'autore -accanto alle dediche dei capitoli a soldati decimati e fucilati- avesse almeno fatto una dedica (una!) anche alle centinaia di migliaia di caduti (e furono la stragrande maggioranza) che morirono obbedendo agli ordini, per quanto anche assurdi. Ma noi italiani siamo fatti così: dedichiamo decine di libri al centenario di Caporetto e molti meno al centenario di Vittorio Veneto. Comunque un libro da leggere .
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12/12/2018 12:08:27
Una storia della STORIA da leggere per capire per non dimenticare per onorare tutto il sangue versato e il sacrificio di tante giovani vite.
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13/05/2018 09:53:05
Un gran bel libro, anzi due gran bei libri. A capitoli alterni tratta della prima guerra mondiale, in particolare della disfatta di Caporetto, e della morte del Generale Andrea Graziani, luogotenente della milizia fascista, morto nel '31 per una caduta dal treno nel tratto Firenze-Bologna, fatto storico archiviato a suo tempo come incidente. Grande la figura del "Vecio", soldato in trincea dal 1915 che , come una salamandra nel fuoco, sembra capace di attraversare indenne la guerra. Non sarà così, nel corpo e nell'anima. Intrigante la figura dell'ispettore Malossi, giovane poliziotto, già fante del '99, suo malgrado incaricato dell'indagine e assai poco persuaso, sebbene faccia "buon viso a cattivo gioco", della conclusione ufficiale dell'indagine stessa. Arriverà alla verità, che terrà per sé, per la sua coscienza e per ultimo omaggio agli eroi veri di quella sporca guerra, i fanti di trincea.
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02/03/2018 13:45:59
Difficile trovare aggettivi per un libro come "Prima dell'alba". Ha tutto. E' completo, pieno, saturo di ogni esigenza letteraria e storica richiesta, oltre ad avere la capacità di devolversi a favore del lettore prendendolo letteralmente per mano al fine di accompagnarlo all'interno del dramma autentico che è la vita e che pagina dopo pagina, esaudisce la ricerca oltre che alla curiosità della trama. Non inganni quindi l'età dell'autore, magnifico, che antepone la storia e la necessità quindi di divulgarla, alla sua esperienza o conoscenza della vita, immedesimandosi nei protagonisti, seppur così dissimili e per tanti aspetti lontani. Davvero un testo che merita di essere letto e riletto, dotato di una struttura e di una tessitura sia lessicale che grammaticale di grande efficacia, foriera forse di una nuova tendenza o nuova scuola letteraria "del pensiero lungo". Complimenti e infinita gratitudine.
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07/02/2018 08:43:04
Il libro mi è piaciuto ed è scritto egregiamente. Devo ammettere che, compresa l'antifona, l'alternanza dei capitoli, uno che segue le indagini e quello dopo che ricorda gli eventi della prima guerra mondiale, dopo un po' mi ha stancato. Personalmente avrei reso la parte "gialla" più corposa fin da subito, così com'è si apprezza molto la ricostruzione storica legata al conflitto mondiale, ma la parte delle indagini non è allo stesso livello di interesse. Resta comunque un libro che consiglio assolutamente.
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31/01/2018 15:39:22
E’ difficile trovare un libro così bello che parli della guerra e della sua crudele insensatezza. Bravo è stato Malaguti, anche grazie a un’impostazione che vede in alternanza capitoli ambientati in quei tragici giorni di fine 1917 e altri spostati nel tempo di non pochi anni, addirittura nel 1931, in cui si dipanano le indagini sulla misteriosa morte (incidente o omicidio) di un generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, rinvenuto cadavere lungo i binari della linea ferroviaria Firenze – Bologna. L’autentico colpo di genio è però di aver trovato, per ognuno di questi capitoli, un personaggio, un protagonista, il Vecio che è un militare ormai rotto alla guerra e l’ispettore di polizia Ottaviano Malossi, a cui è stato affidato il caso, una patata bollente che può sancire il suo avanzamento di carriera, come può anche travolgerlo. Si tratta di personaggi indovinati, assai ben descritti, con una analisi psicologica fine e approfondita, due individui che si riveleranno, pagina dopo pagina, dei piccoli eroi, gente che compie atti di grande significato in totale silenzio, senza enfasi e che soprattutto non avrà medaglie. Nei capitoli relativi alla ritirata, ognuno dei quali è dedicato a una vittima della repressione poliziesca che ha rappresentato una delle caratteristiche della Grande Guerra, la figura del Vecio, nel suo silenzio, esprime tutta la sofferenza di chi è rassegnato a morire ogni giorno; ci sono pagine che riescono a trasmettere al lettore, palpabilmente, lo sfacelo di quelle giornate di fine ottobre e inizi novembre, le nefandezze di cui l’uomo può essere capace quando tutto si disgrega, la carne da cannone che si ribella per ridiventare subito di nuovo bestia destinata al macello. Nelle parti invece spostate nel tempo si riesce a percepire tangibilmente l’atmosfera oppressiva di una dittatura, capace di distruggere i suoi strumenti, uno dei quali è appunto l’ispettore, per fini oscuri e comunque non nell’interesse del popolo.
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02/01/2018 11:02:03
Egregia ricostruzione storica della disfatta di Caporetto sotto forma di romanzo
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21/12/2017 22:46:39
Il libro inizia con un ispettore nell'Italia fascista indaga su un cadavere trovato sui binari. E parallelamente racconta il fronte vista dagli occhi di un soldato. Ma il vero protagonista del libro è la grande guerra con la follia che ne segue.\nStupendo. Era da tempo che non leggevo un autore italiano di qualità. Paragonabile a Q dei Luther Blisset prima di diventare Wu Ming.\nStraordinarioa la descrizione del fronte, di Caporetto, della vita della trincea. Piacevole il trattamento del dialetto, il gergo del fronte, la storia di poveri soldati sbattuti al fronte. E l'inettitudine di Cadorna. Raccomando vivamente questo libro. Il sapore del libro mi è rimasto per qualche giorno. La storia è toccante. \nUn bel libro.
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26/11/2017 19:51:35
Difficile non dare un giudizio alto a libri come questo, per le vicende umane, le esperienze, i fatti nudi e crudi che vi sono narrati. Io l'ho letto fino ai tre quarti con distaccata rassegnazione, ma gli ultimi capitoli mi hanno intrappolata nella rabbia e nel risentimento contro chi, a dispetto degli orrori, ne esce comunque sempre con la coscienza pulita. Difficile, ma vale la pensa di leggere per non dimenticare mai.
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04/11/2017 16:26:08
La vita in trincea, narrata dal commovente libro di Malaguti, me l'aveva raccontata mio suocero che l'aveva vissuta: fango, topi, pidocchi, terrore del generale Graziani ancor più del nemico. Si trovava sull'Isonzo al momento dell'offensiva austro- tedesca ed era tra i così detti traditori di Caporetto. Diceva: " Prima ci chiamarono traditori poi fummo gli eroi di Vittorio Veneto. " Leggendo le pagine magistralmente scritte da Paolo Malaguti ho pensato alle difficoltà che incontrano i giovani oggi mai paragonabili a quelle delle decine di migliaia della generazione perduta nella Grande Guerra. Se insegnassi ancora leggerei questo testo ai miei studenti.
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21/10/2017 15:18:50
Classico esempio che dimostra che le nazioni possono anche vincere le guerre ma i soldati le perdono sempre e comunque. Gli esempi che il narratore cita sono toccanti al limite delle lacrime,suscitando a volte rabbia e indignazione. Realtà totale anche quando il resoconto prova a prendere la strada del romanzo.
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16/10/2017 16:36:28
Il general Graziani è stato un eroe della Grande Guerra. Ma nello stesso periodo è stato un boia, un fucilatore di suoi soldati, anche per la minima infrazione, come quella del soldato, cui è dedicato il libro, che fu fucilato senza processo solo perchè lo aveva salutato tenendo il sigaro tra le labbra. Dopo la guerra fu tenuto su un palmo di mano dal regime fascista fino a quella mattina del '31 quando fu trovato morto nella scarpata del treno che da Firenze doveva portarlo a Verona. Morte accidentale, suicidio, omicidio? Non si è mai saputo, perché il regime stese un velo sopra la sua morte, impedendo di fatto le indagini. Partendo da questo fatto, l'Autore alterna le indagini fatte di sua volontà da un ispettore della Questura di Firenze con le tragiche giornate di Caporetto. E qui le pagine non sembrano quelle di un romanzo, ma piuttosto di un saggio storico. Il protagonista di queste seconde vicende è il Vecio, classico soldato-contadino, al fronte dall'inizio che negli ultimi giorni di guerra viene ferito gravemente alla faccia, perdendo la lingua e la mandibola e diventando così un piccolo mostro. La sua strada, secondo il romanzo, si interseca con quella dell'ispettore fiorentino, il quale giungerà finalmente a scoprire la verità.
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03/10/2017 14:15:36
ottima opera di "storia in parte romanzata",piu' che "semplice" romanzo storico. E' vera e ben documentata storia la parte dedicata alla narrazione dolente, sofferta e molto partecipata, delle battaglie della Prima Guerra mondiale in Trentino e nel Veneto, con un rilievo particolare alla disfatta di Caporetto e al ruolo nefasto avuto dai comandi italiani, tanto incapaci,quanto colpevoli di innumerevoli brutalita' nei confronti delle truppe. Voce narrante ed attore principale il Vecio, soldato esemplare, osservatore lucido della tragedia che e' costretto a vivere. La prosa asciutta, non retorica , ma appassionata e molto coinvolgente,ci porta sui campi di battaglia, ci parla di morte e di orrende ferite, ci narra delle fucilazioni di poveri soldati sbandati e ingiustamente accusati di codardia o di ribellione, dopo sommari processi sul campo. E' invece storia "romanzata" (forse neppure troppo.....) il racconto parallelo della morte del generale Andrea Graziani, eroe di guerra,ma anche e soprattutto "boia" per molti soldati inermi giudicati meritevoli di morte magari solo per aver tenuto in bocca un mozzicone di sigaro in sua presenza. Il corpo di Graziani , 13 anni dopo la fine della guerra, in pieno regime fascista, viene trovato una mattina sulla massicciata della ferrovia tra Bologna e Firenze con segni evidenti di violenza fisica (fatto realmente avvenuto, ma mai chiaramente spiegato...). Le indagini condotte dal bravo poliziotto Malossi potrebbero portare a risultati pericolosi per il regime che si affretta pertanto ad insabbiare rapidamente il caso, tributando ogni onore alla salma del generale. Le due parti del racconto,la guerra del Vecio e la morte misteriosa del generale, procedono appaiate in forma di capitoli alternati, in una tensione crescente che ci porta ad una drammatica quanto letterariamente brillante conclusione. Una piacevolissima sorpresa da non mancare assolutamente.
