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Ho apprezzato la scrittura scorrevole e avvincente, ben mantenuto il ritmo della storia che invoglia la lettura e incuriosisce. Un giallo appena accennato che fa da sfondo all'evoluzione dei personaggi e alla loro maturazione. Trovo pessimo il finale, le ultime due o tre pagine potevano essere risparmiate in quanto offrono delle informazioni inutili e sommarie che fanno notevolmente abbassare il livello del romanzo,
Fortuna che era un’offerta e ci ho speso solo 5 euro. Raramente ho letto un romanzo tanto brutto. E, per cominciare, è davvero di cattivo gusto trattare un tema come la shoah in questo modo strumentale e pedestre, buttato là. Storia assurda, connessioni logiche inesistenti, personaggi inverosimili, noia, ripetitività, puro nonsense. Per non parlare della scrittura piatta, sciatta, elementare, livello Harmony. Il primo e ultimo libro letto di questa autrice, per me. Do rating 1 perché non esiste 0
Scrittura scorrevole, buon ritmo nella storia quindi in generale libro ben scritto. La trama é inizialmente molto intrigante poi si perde un po di mordente nello sviluppo, manca un po' di pathos nella storia di Julian, la sua sofferenza non viene del tutto scandagliata, il trauma del sopravvissuto al campo di concentramento é affrontato sempre solo in maniera superficiale perciò rimane un po' un elemento sullo sfondo. Tutto sommmato quello di Julian é un buon personaggio, la scrittrice ha reso accattivante anche Salva, nonostante la "non presenza" di quest'ultimo che accompagna però come fantasma/ricordo il protagonista in tutta la sua avventura. Nota dolente l'altra protagonista della storia Sandra, a mio avviso personaggio poco credibile sia nella sua caratterizzazione sia nelle scelte che fa durante la storia. Le sue parti stridono un po' con tutto il resto.
Recensioni
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Lo que esconde tu nombre, quello che il tuo nome nasconde: il titolo originale del libro di Clara Sánchez suona oscuramente minaccioso, a differenza di quello in italiano, “Il profumo delle foglie di limone”. Molto più adeguato alla trama del libro: la caccia a due criminali nazisti che si nascondono dietro l’innocuo aspetto di anziani turisti che si scaldano le ossa al sole delle spiagge spagnole.
Ci sono due voci narranti nel romanzo, le voci di due personaggi lontani l’uno dall’altro per età, sesso, esperienze di vita. Julián è un uomo anziano scampato ai campi di concentramento nazisti, dove era stato internato come prigioniero politico. Ora vive a Buenos Aires. Arriva nel paesino spagnolo perché ha ricevuto una lettera dall’amico Salva, suo compagno a Mauthausen, adesso in una casa di riposo sulla costa spagnola. Dentro la lettera c’era un ritaglio di giornale con una foto di due membri della comunità norvegese in Costa Blanca. L’uomo e la donna della foto sono invecchiati rispetto a come li ricorda Julián, ma perfettamente riconoscibili: sono Fredrik e Karin Christensen che continuano a riapparire negli incubi di Julián e di Salva.
Sandra è poco più che trentenne, un anellino al naso, ciocche rosse nei capelli. È incinta, ma non è certa di voler sposare il padre del bambino. È venuta a stare per un po’ di tempo nel villino estivo della sorella. Un giorno accusa un malore sulla spiaggia, e viene soccorsa da Fredrik e Karin. Inizia così un’amicizia improbabile tra la giovane Sandra e quelli che fanno di tutto per presentarsi come “nonni sostituti”.
I vantaggi per Sandra sono evidenti: la villa dei norvegesi è splendida; lei viene pagata per fare la dama di compagnia della vecchia Karin; inizia a fantasticare di poter diventare l’erede dei due vecchi. Gli scopi dei Christensen nel coltivare l’amicizia della spagnola sono molto più ambigui; ad un certo punto nella mente di Sandra affiora il ricordo del film Rosemary’s baby… È chiaro, a questo punto, che Sandra, nella sua ingenuità (diciamo pure nella sua ignoranza), può diventare un aiuto inconsapevole per Julián, che sente di avere il dovere di proseguire da solo nella caccia ai nazisti, seguendo la traccia dell’amico Salva che è morto prima che lui arrivasse. Pur sentendosi in colpa, Julián sfrutta l’intimità che Sandra ha con gli ex aguzzini (un criminale può mai diventare un ex criminale?), fa di lei la sua infiltrata, la mette più di una volta in situazioni pericolose per ottenere prove certe che i Christensen siano veramente le persone che lui pensa; per verificare che non siano i soli nazisti che si sono rifatti una vita al sole godendo scopertamente delle ricchezze rubate alle loro vittime.
Il profumo delle foglie di limone ha un ritmo velocissimo, è impossibile interromperne la lettura, presi dalla curiosità di sapere cosa stiano tramando i vecchi nazisti e quale sia la composizione delle fiale che si iniettano, con il fiato sospeso per i rischi che corre Sandra nella sua incoscienza, seguendo le orme di Julián che ormai non si accontenta più di aver trovato “solo” due vecchie conoscenze e che diventa un altro “nonno sostituto” per l’amabile Sandra (la quale pare conoscere molto poco la storia d’Europa nel ‘900).
Il lettore più sensibile, tuttavia, può finire per risentirsi un poco nell’essere letteralmente irretito dalla narrazione. Perché una parte lucida della sua mente avverte che la vicenda dei cacciatori di nazisti sfrutta la fascinazione del Male che si è attuato nel modo scientificamente programmato che sappiamo, e fa sembrare una eccitante avventura la ricerca dei colpevoli.
Recensione a cura di Wuz.it
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