L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
scheda di Bongiovanni, B., L'Indice 1993, n. 2
È quasi un luogo comune della sociologia politica la constatazione che il percorso che ha condotto dal partito di notabili (consustanziale al suffragio ristretto, al coagularsi di interessi oligarchici e alla rappresentanza individuale) sino al partito organizzativo di massa (legato al suffragio allargato e tendenzialmente universale, al concentrarsi di spinte popolari e alla rappresentanza collettiva) è contrassegnato dalle trasformazioni economiche e sociali che hanno innescato l'evoluzione del movimento operaio in soggetto politico. È tanto un luogo comune che, sin dall'inizio del secolo, la forma-partito della socialdemocrazia (soprattutto quella tedesca) è stata vivisezionata, sia sul versante radicale sia su quello conservatore, al fine di dimostrare che nella dinamica del partito di massa una fatale "legge ferrea dell'oligarchia" conduce al predominio di una minoranza elitaria: si pensi alla "Sociologia del partito politico" (1911) di Robert Michels. La storiografia italiana, tuttavia, ha prevalentemente insistito sulle linee politico-ideologiche del Psi, su riformisti e rivoluzionari, transigenti e intransigenti, sindacalisti rivoluzionari e massimalisti. Il luogo comune non è stato sinora confortato da un'ampia ricerca storica. Lo studio di Ridolfi si muove invece proprio in questa direzione: si analizzano i congressi come se fossero un parlamento, le deliberazioni come leggi, le sezioni come comuni, la direzione come governo. E poi ancora gli iscritti, il municipalismo, il comportamento elettorale, il gruppo parlamentare, la leadership, le forme di sociabilità e la cultura di massa espressa dal partito. Il luogo comune subisce allora dei contraccolpi e la stessa tesi di Michels risulta meno apodittica. Questa ricerca si rivela così il lavoro più innovativo prodotto nello sciagurato anno della commemorazione del centenario del Psi e della dilapidazione del suo patrimonio, l'anno peggiore nella storia del partito.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore