Racconti parigini
- EAN: 9788806239695

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Gli ampi boulevard, le luci infinite, gli spettacoli piú arditi, le avanguardie piú innovatrici, e poi la disinvoltura dei costumi, la ricchezza e il disordine della vita artistica, lo stile dispensato in ogni minimo dettaglio... Nessuno scrittore dell'Otto e Novecento ha saputo resistere al richiamo di Parigi, e tutti hanno lasciato traccia del loro incantamento in racconti e romanzi entrati di forza nell'immaginario globale, al punto che oggi è impossibile visitarla per la prima volta senza avere l'impressione di conoscerla da sempre. Corrado Augias, parigino di adozione e fine conoscitore della storia anche artistica della città, ha raccolto venti fra i racconti piú belli su Parigi: da Balzac a Zola, da Gertrude Stein a Vila-Matas, da Irène Némirovsky a Benjamin, una carrellata di storie, visioni e descrizioni che ne celebrano la grandezza e ne illuminano i misteri nascosti. Perché la città delle luci non è priva di ombre, dai grandi romanzi popolari tessuti su storie sinistre ai gialli affidati all'intuito del commissario Maigret. Parigi è città di pietra e di fantasia. Quello che si compone è un mosaico di voci e immagini, ma è anche una sorprendente guida di viaggio. Non c'è rue o arrondissement che non abbia generato un suo riflesso letterario, e attraverso le pagine dei grandi scrittori si può meglio comprendere la vera natura di Parigi, luogo dell'immaginazione prima ancora che reale, «di tutte le città del mondo, la piú vistosa e la piú invisibile». Globale come New York, misteriosa come Londra, antica (quasi) come Roma, vivace come Istanbul, Parigi è una città che ne contiene mille. È nota universalmente come ville lumière , ma forse sarebbe piú giusto dire ville littéraire , perché nessun luogo è stato amato, vissuto e decantato dagli scrittori piú di Parigi.

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13/05/2020 13:49:47
Luci infinite, boulevard, bistrot, librerie, sono solo alcuni dei simboli che vengono in mente quando si parla di Parigi. Scrittori, poeti quali Stendhal, Buzzati, Gertrude Stein, ma anche Hemingway, Némirovsky, solo per citarne alcuni, tutti hanno decantato, raccontato Parigi descrivendone gli angoli più nascosti e ognuno di loro ha dato una visione diversa della capitale francese. Corrado Augias, parigino di adozione, ha deciso di raccogliere in questa raccolta, tantissimi racconti dedicati alla Ville Lumière. Ecco che possiamo trovare la Parigi di Saint Sulpice con i fatti, gli eventi di ogni giorno, la Parigi della Shakespeare and Company, la libreria di Sylvia Beach in cui Hemingway si ritrovava con i suoi amici, senza il becco di un quattrino. Sono racconti che parlano di Parigi, dell'amore di poeti e scrittori verso la capitale francese, ma anche una preziosa guida di viaggio da usare come vademecum per percorrere quegli stessi luoghi e innamorarsene proprio come i grandi della Letteratura.
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12/05/2020 11:56:07
Ho adorato questa raccolta di racconti, che consiglio a tutti gli amanti della letteratura francese, o in generale della buona letteratura. Mi ha permesso di approfondire grandi autori, quali Balzac, Maupassant e Zola, ma anche di conoscerne piacevolmente di nuovi, come l'autore di Rocambole, a cui si deve il termine "rocambolesco". Bellissima anche l'edizione: curata nei minimi dettagli.
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12/05/2020 11:56:03
Ho adorato questa raccolta di racconti, che consiglio a tutti gli amanti della letteratura francese, o in generale della buona letteratura. Mi ha permesso di approfondire grandi autori, quali Balzac, Maupassant e Zola, ma anche di conoscerne piacevolmente di nuovi, come l'autore di Rocambole, a cui si deve il termine "rocambolesco". Bellissima anche l'edizione: curata nei minimi dettagli.
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07/04/2020 15:33:18
Google maps ante litteram ?? Se in una raccolta dal titolo “Racconti parigini” cercate una antologia di racconti su / a / da / con Parigi, probabilmente resterete delusi da questo libro come è successo a me. In primo luogo perché la maggior parte dei testi qui raccolti non sono, per loro natura, racconti, cioè non hanno una propria compiutezza: sono piuttosto “pagine tratte da”. Il bilancio, ai miei occhi, è abbastanza misero, in quanto sui 20 testi della raccolta, solo 7 possono secondo me definirsi racconti: mi sono piaciuti molto, ma sono pochi per risollevare le sorti di un libro intero. [Balzac, Buzzati, Maupassant, Simenon, Hemingway, Némirovsky e Ponson du Terrail (nei racconti di questi ultimi due Parigi è però solo una comparsa)]. In secondo luogo perché ben 6 sedicenti racconti non hanno suscitato in me alcuna reazione emotiva se non perplessità e noia [Sue, Hugo, Valéry, Stein, Vila-Matas, Proust (quest’ultimo è rappresentato da ben due pagine intere in cui null’altro c’è se non un elenco di persone intervenute ad un ricevimento a Versailles e relative descrizioni in fatto di abbigliamento)]. In terzo luogo perché ben 7 “contributi” (non trovo altra definizione) mi sono sembrati niente altro che un succedaneo ante litteram di Google maps in versione street view tradotto in forma testuale: elenchi di strade, descrizioni di costruzioni, palazzi, vicoli, con sporadiche apparizione umane, ma comunque inutili, poiché, proprio come in Google maps, esse appaiono sfuocate, oscurate, irriconoscibili. All’interno di un romanzo tali digressioni potrebbero anche avere un proprio valore; estrapolate da un più ampio contesto invece perdono qualsiasi significato [Zola, Apollinaire, Benjamin, Cocteau, Vian, Perec, Caillois]. La levatura degli autori scelti, la conoscenza che Augias ha di Parigi, il carisma della Einaudi… per una silloge mal riuscita, secondo me.
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07/04/2019 10:20:48
L'idea non era malvagia, è la scelta dei testi a essere discutibile. Con tutta la sterminata letteratura su Parigi, Augias va a ripescare una delle pagine più insulse mai scritte da Proust, che ne ha scritte pochissime. E sì che sarebbe bastato affidarsi alla Recherche per parlare anche del 17e arrondissement, invece di riproporre le toilettes delle nobili convenute a Versailles fino a farci smandibolare dagli sbadigli. o per fargli descrivere Auteuil, dove Proust era nato, piuttosto che affidare il compito ad Apollinaire (a proposito: segnalo ad Augias la nuova traduzione del "Flâneur de deus rives", molto migliore dell'altra a partire dal titolo). Censurabile anche la scelta di Perec: autore geniale, ma inserire il "Tentativo" così, fuori contesto, in un'antologia del genere non può che lasciare perplesso chi non lo conosce; molto meglio sarebbe stato servirsi di "Je me souviens", che pullula di bellissimi ricordi su Parigi. Scioccherelli anzichenò gli abstracts di Sue e di Ponson du Terrail, niente di più che sceneggiatori di polpettoni d'antan. Lo stesso Zola ha scritto di meglio, sulla ville lumière: il ventre di Parigi è una sua idea, dopotutto, ma forse andarsi a cercare i riferimenti nei Rougon-Macquart sarebbe stato troppo lungo. Ma dove sono Baudelaire e il suo spleen di Parigi? Queneau con Zazie? E la Belleville di Pennac? E le feroci critiche di Flaubert? E Dumas, Huysmans, Aragon, Gautier, Leiris? E se vogliamo buttarla sulla parità di genere, non sarebbe stato molto meglio ricordare la Montparnasse della de Beauvoir o la Saint-Germain della Duras piuttosto che quel guazzabuglio senza capo né coda della Stein? In definitiva, il libro si segnala più per gli assenti che per i presenti. Ma va riconosciuto all'autore il merito di essersi ricordato del divertente Boris Vian e di essersi (speriamo volutamente) dimenticato di Céline. Insomma, sempre lì siamo: Augias continua a giocare all'intellettuale, ma quant'acqua ha da passare sotto i ponti della Senna...
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06/03/2019 04:07:30
Una pura operazione commerciale. Niente di nuovo o che valga riscoprire. Pezzi di vari autori, nemmeno particolarmente significativi (i pezzi).
