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E' veramente un romanzo corposo che racconta una storia articolata ed intensa, un vero romanzo zeppo di personaggi le cui vicende sono raccontate, unico neo, con dovizia di particolari: forse anche troppi. Il racconto prende l'avvio da Fort-Lamy nell'Africa equatoriale francese dove fra ex-militari sconvolti dalla guerra di Corea, politici e politicanti, una particolare ex-prostituta e appassionati del continente appare un francese, Morel, che dedica la sua vita alla lotta per la salvezza della natura africana ma in particolare degli elefanti. Questo libro scritto nel 1955/56 è stato definito il primo ecologista della storia e in realtà affronta tanti temi: il razzismo, le ideologie,la presa di coscienza dell'autonomia dei popoli africani, i rapporti fra gli uomini e la loro solitudine, i primi barlumi di consapevolezza sulla necessità della salvaguardia dell'ambiente naturale con le difficoltà anche economiche che questo comporta e ancora il progresso e le sue conseguenze ...Veramente un bel libro pieno di rispetto per le mille sfaccettature dell'essere umano e scritto con una prosa molto godibile, asciutta ed elegante.. " Ulè, un paesaggio cui era difficile negare una certa aria di felicità"..
Dopo aver letto "La vita davanti a sè" che tanto mi era piaciuto con la sua prosa brillante, frizzante, divertente e commovente, con molte aspettative mi apprestavo a leggere "Le radici del cielo". Non mi ha convinto dalle prime pagine. Verso metà, mi stava appassionando ma poi ho letto sfogliando le ultime pagine perchè sinceramente non reggevo più la scrittura molto appesantita e non piacevole alla lettura. Non è paragonabile ad Hemingway sia come temi sia come prosa; forse paga il fatto del risvolto politico del libro (a tratti eccessivamente verboso) che nel 1956 aveva un senso ma che nel 2014 tale senso l'ha perso. Si perde anche infatti la passione ecologica che appare a tratti ma che poi si perde nella verbosità della prosa.
Scritto in un'epoca (il 1956) in cui lo scrittore Ernest Hemingway andava in Africa per uccidere animali e Hollywood portava sullo schermo lo stereotipo dei «grandi cacciatori bianchi» visti come eroi, Romain Gary propone una storia in controtendenza. Morel, il protagonista, è il paladino dei grandi branchi di elefanti del Ciad che difende contro tutto e contro tutti a suon di petizioni cartacee e di spedizioni punitive. La sua epica avventura diventerà leggenda in una storia d'ampio respiro in cui, accanto a Morel, si stagliano figure poderose e indimenticabile. Contrapposto/alleato/nemico di Morel, è il nero Waitari, intellettuale laureato alla Sorbona, che sogna l'indipendenza per un'Africa che non sia più il «giardino zoologico del mondo» ma terra di fabbriche e civiltà. Corale e straordinario, è considerato "il primo romanzo autenticamente ecologista" della storia.
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