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Libro finalista del Premio TIR 2023 - ProsaPresentato da Gaia Manzini nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2023
Nelle città di provincia le ragazze perbene si assomigliano tutte. Per sottrarsi a un futuro già raccontato, Clara si trasferisce a Londra, dove insegna italiano a ricchi expat e si trova intrappolata nel vortice degli incontri online. Ma il matrimonio della bellissima cugina Rossella, inseparabile compagna d’infanzia diventata poi modella di abiti da sposa, la richiama a Caserta. Clara si trova così ancora immersa nel mondo da cui è fuggita: all’addio al nubilato della cugina rivede le vecchie compagne di scuola, e nei giorni successivi incontra Luca, lo sposo, con cui aveva stretto in passato un’amicizia clandestina. All’improvviso, però, Rossella scompare senza lasciare traccia. E Clara, convinta che la cugina nasconda qualcosa, scopre nel suo diario un segreto impossibile da confidare, che minaccia il futuro radioso che Rossella ha sempre incarnato. Olga Campofreda toglie il velo sulle seconde vite e i desideri nascosti delle ragazze perbene, i cui destini sono specchio di una femminilità che parla di sacrifici e rinunce, di principi azzurri e segreti, di infelicità che si tramandano nel tempo, di madre in figlia. E racconta la storia di una ragazza che si ribella a sogni e consuetudini già logore, per inventare una strada nuova, tutta sua, da costruire con consapevolezza giorno dopo giorno.
Proposto da Gaia Manzini al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione: «Propongo la candidatura del romanzo Ragazze perbene di Olga Campofreda, NN editore, per il Premio Strega 2023, perché sa raccontare con grazia e incisività la vertigine di chi si sente estraneo anche nella sua stessa terra. Di chi, come Clara, non si riconosce nelle posture, nel linguaggio e nell’immaginario di quel luogo che dovrebbe chiamare “casa”, ma che casa non è più, o non è mai stata. Con una lingua agile e una voce originale, Olga Campofreda mette in scena un ritorno nella città natia che ha l’intonazione della farsa e dell’impostura: non c’è niente della sua protagonista che corrisponda in alcun modo al femminile che ritrova a Caserta – quel femminile censurato nel profondo, da sempre ignaro dei propri desideri, che rimane intrappolato nell’afasia tragica di chi neanche riesce a dire del proprio dissenso. Clara ha scelto un’altra via, ha scelto un altrove con altri colori, altri suoni e molte strade da percorrere. La sua scelta coincide con una solitudine perseguita con volizione, giacché la solitudine è spesso la condizione di chi sceglie di essere libero/libera soprattutto dalle aspettative di un mondo cristallizzato nei suoi valori. In questo essere “spatriata”, sradicata, balorda, sfocata, con le radici che puntano verso il cielo, invece che nel terreno, Clara è alla ricerca costante del proprio percorso identitario e, dunque, incarna un personaggio femminile profondamente contemporaneo: emblematico nella sua attualità e nella capacità di trasformare la sofferenza in un ponte verso sé stessa.»
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
#RECENSIONE 🪴 🫀 avevo aspettative molto alte, vista la trama terribilmente adatta a me. eppure, non sono stata convinta del tutto. la protagonista clara è quel tipo di persona che non sopporta la sua terra natia e per questo si è allontanata, trovando lavoro a londra. una famiglia problematica che, comunque, la riporterà proprio a caserta per il matrimonio della sorella, con cui nemmeno parla. 🫀 il tema principale, ovvero quello della cultura del sud nel pretendere che la figura femminile rimanga ‘perbene’, viene trattato abbastanza bene, anche se non in maniera eccellente. clara ovviamente non è una ragazza perbene, ma rimane comunque un personaggio piatto che si fa imporre le scelte dagli altri. 🫀 ci sono moltissimi momenti di noia, in cui la trama si ferma e non accade alcunché. persino la scomparsa della ‘sorella’ e ciò che si nasconde dietro è molto prevedibile dopo la lettura di qualche pagina. la rappresentazione di quest’ultima, che viene vista proprio come la perfetta ragazza perbene, è una delle migliori all’interno del romanzo. non è perfetta agli occhi di chi legge (tutt’altro), ma rimarrà perfetta nel mondo della storia proprio per il suo essere perbene. 🫀 avrei preferito qualcosa di diverso, nella narrazione della storia. c’è qualcosa che secondo me non funziona, per quanto la realtà insita nel romanzo è veritiera. un libro che fa riflettere, ma a cui mancano degli elementi che rendano la storia perfetta.
Il romanzo ha un bell’inizio, sbiadisce dopo venti pagine, ma ha episodi interessanti e a volte commoventi. Qualche taglio probabilmente gli avrebbe fatto bene. Il libro racconta la storia di due cugine e di alcune loro amiche. Una cugina non sopporta l’ipocrisia della vita di provincia e si trasferisce a Londra. L’altra invece resta a Caserta dove sposa un giovane notaio a cui tutti in famiglia dicono di voler bene. La prima cugina non è felice a Londra ma si sente quanto meno indipendente e sulla buona strada. L’altra dice di essere felice, ma probabilmente è solo spaventata dalle scelte che dovrebbe fare per essere se stessa. Flavia, una loro compagna di classe, rimasta incinta a quindici anni, sposata col padre di quel bambino, vive in campagna, lavora ogni tanto a Caserta come cameriera in un bar – e ha forse raggiunto quello che le altre hanno finora mancato. Lo stato d’animo di tutte e tre (e di altri personaggi) è esplorato con attenzione e sensibilità. Anche i conformisti hanno un’anima, in questo romanzo. Non è poco. La tecnica narrativa è spesso elegante con un costante controcanto alle storie ufficiali della Caserta-bene. Raccomando le pp. 131-33 e 145-47
Clara lascia Caserta per non consentire a sé stessa di diventare una “ragazza perbene”. Le ragazze perbene sono destinate, e su questo si fonda la loro convinzione, a veicolare la propria vita dalla casa dei loro padri alle case dei loro mariti, ad avere un posto ben preciso, quello che si discosta dal proprio riconoscibile desiderio. Clara ritorna a Caserta per il matrimonio della cugina Rossella che incarna la perfezione tanto nella bellezza quanto nell’opportunità delle scelte. Le giornate che separano dal matrimonio di Rossella sono affastellate di ricordi, tante domande di grande spaesamento e di assoluta ricerca del desiderio. Quest’ultimo dapprima è tenuto nascosto, poi ne viene fatto cenno, quasi però con vergogna, poi torna a far tremare fino ad incutere la paura di viverlo appieno. E’ il coraggio di farlo proprio che diventa o meno scelta ed è su questa altalena che le donne della narrazione di Olga Campofreda stanno in piedi, pronte a saltare oltre oppure a non lasciarla andare per evitare di cadere, restare saldamente ancorate a quanto più si avvicini alla sensazione di stabilità. Che cosa cerca realmente Clara? E’ pronta a lasciarsi cadere? Clara tiene scritta sul suo diario quanto Simone de Beauvoir diceva “Non si può cambiare vita senza prima cambiare se stessi”. Olga Campofreda accompagna le “ragazze perbene”, con una narrazione morbida, estremamente accurata, alla ricerca della loro identità sebbene questa talvolta sia bistrattata, rimossa, annichilita.
Recensioni
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