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4to (240 x 173 mm). [4], CLXXXIIII [i.e. 182], [2] leaves. Leaves 161-162 omitted in numbering. Collation: *4 a-Zz4. Printer's device on the title page. Register and colophon at l. Zz4r. Roman and italic types. Contemporary stiff vellum with manuscript title on spine (recased, pastedowns and flyleaves renewed). Restoration to the lower outer corner of l. Ii3 not affecting the text, outer margin of the last two leaves reinforced, pale browing from quire n to the end of the volume, all in all a good copy with very wide margins.
First edition (a second appeared in Ferrara in 1669). The Villa ‘Cathaio', located in Battaglia Terme on the road between Padua and Ferrara, was built between 1570 and 1573 by the architect Andrea della Valle at the behest of its owner, Pio Enea I degli Obizzi (1525-1588), and became a place of meeting and cultural exchange for scholars until the eighteenth century. In the present work, dedicated to Obizzi himself and written in the form of a dialogue, the author explains the construction of the villa and describes its architecture and garden, but above all he gives a detailed description of the art collections that were kept there and are now moslty preserved in Vienna.
Betussi met the Obizzi family, probably to gather information for his work on the most illustrious Italian families, just when the Marquis Pio Obizzi had completed the construction of his villa Il Cataio and was about to have its walls painted with frescoes celebrating the glory and success of his family. Pio Obizzi entrusted the work to Betussi, who reconstructed the history of the entire family and offered artistic subjects for painting, and to the Venetian painter Giambattista Zelotti, a pupil of Titian (C. Mutini, Betussi, Giuseppe, in: “Dizionario Biografico degli Italiani”, vol. 9, Rome, 1967, s.v.).
“È tuttavia nel Ragionamento sopra il Cathaio che si scopre la vocazione enciclopedica del Betussi e si riversano, con forti contaminazioni dei generi dell'ecfrasi (i ritratti all'antica, le “gesta dipinte”, l'impresa), i materiali verbali e iconici dell'allegoria, la tradizione degli exempla virtutis e le questioni del dibattito estetico, articolato in chiave interdisciplinare. Il Ragionamento è la descrizione in forma di dialogo lucianeo del programma storico-genealogico in quaranta quadri, commissionato al Betussi per la villa del Catajo (la ‘fabrica regià) dal signore padovano Pio Enea Obizzi, illustre uomo d'arme appartenente ad una delle famiglie di Terraferma fedeli alla Serenissima, che dalla metà del Cinquecento si insediano nei territori della ‘Santa Agricolturà. Gli affreschi, eseguiti da Giovan Battista Zelotti, allievo veronese di Tiziano, rappresentano le forme di governo e le vicende delle maggiori famiglie italiane imparentate con gli Obizzi […] Nel Ragionamento è lo stesso Betussi a parlare di pittura come ‘favolà ancora nell'accezione boccacciana. Troviamo espressioni come ‘si come sotto coperta di ammaestramento, favoleggiarono gli antichì, ‘et si come narrano, sotto velame, le favolè. La cultura fabulosa del Boccaccio è impiegata a elogio della nobiltà veneta. Tra le allegorie ci sono per esempio il Tempo e la Verità, la Fama, legati alle vicende degli uomini illustri. Quest'ultima - avvisa Betussi citando da Boccaccio - non è il mostro falso e bugiardo descritto da Virgilio (poco consono al luogo) ma proprio la chiara fama che si acquista operando virtuosamente […] Se a villa Obizzi la pittura di storia si offre universalmente al piacere dell'occhio raffigurando eventi della storia romana, ma anche guerre e vittorie moderne della cristianità, nasconde pure sotto il velo significati accessibili solo ad un pubblico erudito (e cristiano) che conferiscono alla narrazione per immagini il valore del programma enciclopedico […] Il ciclo di affreschi riunisce pertanto - com'è tipico in numerose residenze nobiliari - il sapere filosofico-morale delle allegorie mitologiche e delle virtù dianoetiche dei governi, e il racconto moralizzato della storia, conformandosi ai requisiti della varietas compositiva (si tratta di ‘pittura non così ordinaria per tutto') e del decoro (o ‘convenienzà). Le figure allegoriche accompagnano il visitatore immaginario come numi tutelari di un percorso di formazione, ma i modelli dell'epica cavalleresca e dell'eroismo cristiano di età controriformistica risultano ormai operativi, tanto più se si considera che il dialogo viene scritto dal Betussi nella nuova Accademia degli Animosi, fondata a Padova nel 1573 sulle orme degli Infiammati, e dunque in anni successivi ai ripetuti soggiorni del Tasso (dal 1560 al 1565) che in quell'ambiente comincia a concepire il Rinaldo (1562). La trattazione del Betussi insiste sulle definizioni dell'ornamento e del messaggio educativo e si rifà dichiaratamente alla letteratura sull'ut pictura poësis menzionando Platone, Aristotele, Cicerone (e indirettamente Simonide di Ceo), che hanno consacrato la pittura come ‘tacita scrittura di poesia, che ci ammaestrì e ‘pittura d'historia che parlà ” (C. Donia, Boccaccio e Betussi: l'ecfrasi e l'artificio delle immagini, in: “Boccaccio veneto. Settecento anni di incroci mediterranei a Venezia”, Ariccia, 2015, pp. 117-120).
Giuseppe Betussi had his first education in his native city of Bassano, choosing later Venice as the place for his literary career, where he became a friend of many literati of the time, such as Lodovico Domenichi, Pietro Aretino, Francesco Sansovino, Domenico Veniero, and Anton Francesco Doni. In Venice he published also his first literary work, the Dialogo amoroso (1543), a dialogue on the nature of love, which was revised and augmented, and published a year later as a completely new work under the title Il Raverta (other editions were published in 1545, 1549/50 and 1562). About the same time he started to work as a consultant and proof corrector for the printer Gabriele Giolito. He became the secretary of count Collaltino di Collato (who was loved by Gaspara Stampa), whom he followed to England. In the following years he travelled extensively all over Italy. In 1550 he was in Milan, living in the entourage of the Borromeo family; in 1552 in Melazzo he found hospitality in the house of the poetess Leonora Faletti Ravoira, for whom he wrote the treatise Leonora, ragionamento sopra la vera bellezza (1557). Betussi, at the height of his fame, in 1559 entered the services of the condottiere Gian Luigi Vitelli, whom he accompanied to Spain. After his return he settled again in Milan, planning a large work on the most illustrious families of Italy. This work was very likely published by Francesco Sansovino in 1582 without acknowledging his indebtedness to Betussi. His last major work (1573) was the description of the villa Il Cataio (near Padova) built for marchese Pio Enea degli Obizzi (cf. G. Zonta, Note betussiane, in: “Giornale storico della letteratura italiana”, 1908, pp. 321-366).
Edit 16, CNCE5678; Schlosser, p. 330; Cicognara, 3957; Lozzi, 1150; BMCSTC Italian, p. 91; D. Murray, The History of Museums, Oxon, 1996, vol. 4, p. 170; S. Glaser, Il Cataio: die Ikonographie einer Villa im Veneto, Munich-Berlin, 2003.
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