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La tutela del Creato rientra tra gli impegni primari del cristiano. Il priore di Bose, Enzo Bianchi, con un agile testo pubblicato dall’Editrice San Liberale, offre delle profonde riflessioni utili a ritrovare le ragioni cristiane dell’ecologia. L'Editrice diocesana "San Liberale" ha pubblicato un testo firmato da Enzo Bianchi, priore di Bose, sul tema "Le ragioni cristiane dell'ecologia". Si tratta di uno studio che verte intorno al primo articolo del Credo, dove si professa: "Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili". Con questa dichiarazione di fede si "proclama che la creazione non è opera né del caso né della necessità: essa è frutto della volontà di Dio che ha creato il mondo per amore e nella libertà". Se temi e problematiche "forti", come quelle legate alla pace e alla giustizia, hanno da sempre contraddistinto i cristiani di tutte le generazioni, ed animato i dibattiti nella Chiesa e nelle comunità locali, non si può non prestare oggi particolare attenzione anche all'ecologia. I cristiani sono chiamati a dare - sotto la duplice veste di credenti e cittadini - il proprio contributo per la tutela e la salvaguardia del creato perché inquinare la terra, sperperare il patrimonio idrico e distruggere quelle barriere naturali che preservano vaste aree del pianeta dal fenomeno della desertificazione, è un evidente peccato contro Dio, unico autore della vita e fonte di giustizia e di pace. Affermando - nella professione di fede - che la terra è una creatura voluta da Dio e che a Lui appartiene, ed è data all'uomo solo in custodia come dono affidato alla sua responsabilità, si configurano due precisi ruoli: da un lato c'è Dio che esercita l'azione creatrice - e creare è una Sua azione specifica, azione libera e gratuita con cui Dio chiama all'esistenza e salva -, dall'altro c'è l'uomo chiamato alla responsabilità di custode; infatti: "Il Signore Dio pose l'uomo in un giardino perché lo coltivasse e lo custodisse" (Gen. 2,15). Certamente
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