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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2001
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Per certi versi, è giusto che «Ravelstein» sia l'ultimo romanzo di un certo rilievo scritto da Bellow. Ritorna infatti in questo libro un "tópos" della sua opera: la dialettica maestro-allievo in ambienti intellettuali attraversati da personaggi intrisi di quell'ebraismo ashkenazita che la cultura americana ha saputo digerire e metabolizzare solo in parte. Lo stesso tema era stato toccato in «Ne muoiono più di crepacuore», in «Quello col piede in bocca» e con personaggi come Sammler o Corde. Ma il XX secolo è finito, gli USA sono entrati nell'era Bush, la cultura ha perso il suo appeal nei rapporti intergenerazionali (basti leggere le pagine dedicate alla popolarità di Michael Jackson) e di maestri non c'è più alcun bisogno. Ravelstein se ne va preannunciando l'uscita di scena del suo autore, al quale il nuovo millennio sarebbe piaciuto davvero poco.
Giorno 26/11/2012, ore 20,45: inizio a leggere "Ravelstein" di Saul Bellow. Ore 20,50: finisco di leggere "Ravelstein" di Saul Bellow. unico pregio del libro: è buono per il caminetto.
Concordo con chi ha detto che è inferiore ad Herzog. Ciononostante, Bellow ha -aveva- sempre una marcia in più: divertente, autoironico, sapeva porsi in maniera seria ma al contempo dissacrante nei confronti della Conoscenza e delle sue proprie conoscenze. Talvolta sembra disinteressarsi al personaggio di Ravelstein, e questo per convergere sulle sue consuete intuizioni metafisiche sempre un po' incomplete, ma che come lettori si finisce per amare proprio per questo. Vorrei davvero trovare un contemporaneo alla sua altezza... c'è?
Recensioni
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"L'eros è un risarcimento concesso da Zeus, forse per ragioni politiche sue. E la ricerca della tua metà perduta è senza speranza. L'incontro sessuale produce una sorta di momentanea amnesia, ma la dolorosa consapevolezza della mutilazione è permanente."
Una strana e lunga biografia costruita per lo più attraverso i dialoghi che intervistatore e protagonista avevano avuto durante la loro lunga amicizia, e in particolare quelli che erano intercorsi tra i due quando il professor Abe Ravelstein, consapevole di essere vicino alla morte, aveva chiesto all'amico Chick, scrittore di fama, di dedicare un'opera alla sua vita.
Così questo romanzo di Saul Bellow è sostanzialmente un lungo dialogo, intramezzato da riflessioni, considerazioni, note sui temi in discussione e sulle vicende descritte da Chick. E la personalità di Ravelstein emerge con una vivezza straordinaria: di grande cultura (è docente di filosofia politica), appassionato di filosofia antica e lettore acuto dei maestri delle scienze economiche, il professore ha intorno a sé una schiera di alunni ben selezionati (proverbiale è la sua schiettezza nello stroncare i meno dotati), ma l'elemento che più lo caratterizza è la stravaganza nei comportamenti. Sensibilissimo all'abbigliamento estroso e raffinato nello stesso tempo, del tutto indifferente al denaro che spende senza alcuna remora, anche quando non ne ha in abbondanza, è particolarmente attratto dai richiami dell'eros e proprio questa appassionata ebbrezza lo sta conducendo alla morte per Aids.
Un evento aveva trasformato la sua vita: la pubblicazione di un libro sulla crisi del pensiero liberale, su pressante sollecitazione dello stesso amico Chick, lo straordinario successo di questo (che in realtà era la semplice trascrizione delle lezioni tenute in università da Abe), il successo ottenuto grazie a questo imprevedibile best seller, avevano permesso all'originale e geniale professore un tenore di vita del tutto consono alla sua personalità estrosa.
Circondato da belle donne, ragazzi intelligenti e affascinanti, oggetti preziosi e buona cucina aveva trascorso in animate conversazioni di filosofia, economia, estetica e politica molte ore delle sue giornate in compagnia dell'amico di lunga data Chick e della giovane moglie di questo, sua ex alunna. Bellow propone al lettore in modo molto staccato, attraverso il dialogo, le tesi anche piuttosto controcorrente e di certo non molto politicamente corrette del professore. La malattia che procede inesorabilmente condiziona ogni giorno di più la vita di Ravelstein che affida il ricordo di sé, ateo come ogni filosofo, ad una biografia che l'amico dovrà scrivere: "Scrivila nello stesso modo in cui snoccioli i tuoi ricordi dopo cena, quando hai bevuto qualche bicchiere di vino e ti senti rilassato e fai le tue battute". Chick dichiara con una certa paura, affrontando quest'opera: "mi assumo la responsabilità dell'uomo".
E Bellow si è sicuramente assunto una grande responsabilità, almeno a tener conto delle polemiche nate dalla pubblicazione di questo romanzo negli Stati Uniti, laddove cioè il protagonista è stato riconosciuto e identificato in un amico dell'autore scomparso da qualche anno, autorevole figura tra i conservatori, intellettuale molto noto anche per la sua vita stravagante. La famiglia dello scomparso afferma però che il loro autorevole parente non aveva dato a nessuno il compito di immortalarlo in una biografia (e questa è piuttosto irriverente) e che Bellow abbia, con quest'opera deliberatamente screditato un amico. Il giudizio etico non spetta di certo al lettore che affronta quest'opera con finalità prettamente letterarie, e la considera un'ulteriore testimonianza di forte spessore culturale di un premio Nobel per molti motivi piuttosto chiacchierato.
A cura di Wuz.it
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