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Il testo ripercorre la storia urbana di Ravenna dalle origini etrusche fino all'uscita dalla sfera di influenza della potenza marittima veneziana agli inizi del XVI secolo (la catastrofica battaglia del 1512 e' riconosciuta come una brusca cesura storica). In passato l'attenzione degli studiosi e' stata spesso calamitata dai singoli complessi monumentali trascurando (e talvolta fraintendendo) l'urbanistica, l'idrografia e il territorio, temi complessi qui sempre tenuti nella dovuta considerazione. E' poi riletta la trama dei rapporti tra Ravenna e le citta' confinanti in epoca romana, e sono anche discussi i punti di forza dell'economia ravennate in eta' romana. Si rivede il ruolo dominante di questa città nell'Italia del V secolo e la si riconduce alla condizione di capitale gregaria in relazione a Roma. A Ravenna va riconosciuto ben altro significato, quello di capitale periferica, nelle nuove dinamiche politiche innescate da Costantinopoli verso la fine del V secolo. Con l'affermarsi, nell'ultimo quarto dell'VIII secolo, dell'egemonia dello stato carolingio Ravenna passa dal vecchio impero mediterraneo a quello continentale di Carlo Magno mantenendo a lungo la dignita' che le viene dal suo glorioso passato. Nel comune linguaggio della prima comunione culturale europea la citta' esprime con forza un'identita' propria (basti solo pensare alla straordinaria stagione dei campanili cilindrici). Con l'Adriatico presidiato dalla nuova potenza normanna Ravenna rientra nel circuito delle citta' rivierasche che per lungo tempo si troveranno ad essere coordinate da Venezia. Nell'eta' in cui Dante e' ospitato a Ravenna la citta' riscopre e rilegge la grandezza del suo passato, anche grazie ad un arcivescovo colto come Rainaldo da Concorezzo. Il volume non tralascia di ricostruire l'intera storia degli studi su Ravenna dal Quattrocento ad oggi. Una sezione tecnica documenta e affronta le piu' importanti problematiche archeologiche della citta'.
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