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Anno edizione: 2021
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Dopo Violette di marzo e Il criminale pallido, il capitolo conclusivo della trilogia berlinese di Bernie Gunther, un grande classico del poliziesco che ha riconquistato tutti.
«Philip Kerr è il maestro contemporaneo del thriller con una complessità morale. Un requiem tedesco, ambientato principalmente nella Vienna del dopoguerra, ha un’affinità con Il terzo uomo di Graham Greene, ma – lo dico? – eguaglia o supera Greene (e il film di Carol Reed con Orson Welles) perché non rifugge dal substrato saturo di nazismo dell’ambiente viennese». - The New York Observer
«La genialità di Kerr nel riprodurre umori, paure, viltà, miserie, sadismi, architetture, ruggine e fuliggine della Germania hitleriana rende Violette di marzo inquietante come una seduta spiritica. Un romanzo tragico, avvincente, bellissimo». - Antonio D’Orrico, Sette – Corriere della Sera
«Un’opera grandiosa, debitrice a Chandler non meno che a Grosz e a Levi. Di Marlowe, Gunther ha il disincanto, il sarcasmo, l’ostinazione, la lingua lunga. Quanto al lascito di Levi, non c’è che da leggere le pagine sul lager e l’indicibilità dell’orrore per scorgerlo». - Roberto Iasoni, La Lettura – Corriere della Sera
Nell’aspro inverno del 1947 la zona russa si chiude sempre più strettamente intorno a Berlino. Così, quando un enigmatico colonnello chiede a Bernie Gunther di andare a Vienna, dove il suo ex collega della Kripo, Emil Becker, è accusato di omicidio, Bernie non esita a lungo. Nonostante il passato sgradevole di Becker, Gunther è convinto che sparare a un cacciatore di nazisti americano non sia da lui. In mezzo alle rovine della città agonizzante, circondato da ex nazisti braccati, uomini capaci di vendere qualsiasi cosa e belle donne pronte a vendere se stesse, Bernie si troverà suo malgrado coinvolto nel gioco di spionaggio e controspionaggio fra le due grandi potenze.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Apprezzo molto Philip Kerr e questo romanzo costituisce indubbiamente un'eccellente conclusione per la trilogia berlinese. Bernie Gunther è un personaggio indimenticabile così come lo stile di Kerr. Da leggere.
Terzo libro della trilogia berlinese con protagonista Bernie Gunther, un investigatore privato da sempre contro il nazismo. Ambientato nel 1947 dopo la fine della seconda guerra mondiale. Dopo l'occupazione russa quando la Germania era divisa in settori sotto il controllo americano, inglese e russo. Bernie vive di stenti con le poche quote annonarie, è dimagrito e il suo appartamento è in uno stato pietoso. La moglie fa due lavori, uno dei quali è la cameriera in un bar americano. Da quando Bernie è tornato dalla prigionia in un carcere russo le cose non sono più tornate come prima. Sotto la divisa al ritorno dal lavoro ha sempre prodotti rubati tra cui caffè e cioccolato ma nascosti nei cassetti il marito trova anche profumi e regali dei soldati americani. Seguendo il suo istinto di poliziotto scoprirà anche il tradimento. Il nostro investigatore accetta un incarico a servizio di un colonnello dell’MVD sovietico, precursore del KGB, deve scagionato un uomo accusato ingiustamente di aver ucciso un soldato americano. La paga è ottima e anche se ci sono molti pericoli accetta. Si troverà invischiato in spionaggio e controspionaggio. La scrittura di Kerr è molto cupa e affilata, sembra un film noir in bianco e nero in cui il fumo di sigaretta riempie l'aria. Un poliziesco in cui niente è come sembra, una partita a scacchi ben giocata. Un thriller politico in cui troviamo anche personaggi realmente esistiti. Il protagonista ha subito un cambiamento dai libri precedenti, disincantato e spesso cinico non ha scrupoli a fare quello che serve per arrivare a scoprire la verità. Buono fin dove può arrivare la bontà negli anni più bui della storia. Non ha remore a uccidere ma solo per difendere se stesso.
Recensioni
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