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«Il testo qui tradotto, originariamente una prolusione pronunciata, come nella tradizione dell'università tedesca, in occasione del conferimento della docenza, contiene una sintesi concisa» del programma di ricerca di Axel Honneth fino al 1992 (dalla presentazione di Alessandro Ferrara). Questo breve libretto è un ottimo riassunto del testo più famoso di Honneth, «Lotta per il riconoscimento», e costituisce perciò l'introduzione ideale alla sua teoria del riconoscimento. Risulta particolarmente utile visto che «Lotta per il riconoscimento» è ormai da tempo fuori stampa nella sua traduzione italiana. Consigliato a chiunque voglia farsi un'idea di come sia cambiata la teoria critica della cosiddetta Scuola di Francoforte dagli anni '90 in poi.
Recensioni
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scheda di Ferranti, G., L'Indice 1993, n. 8
Esponente della più giovane generazione della "teoria critica", Honneth presenta nella prolusione qui tradotta i lineamenti di un programma di ricerca che, nella tradizione francofortese, si propone di coniugare esigenze sociologiche (una migliore interpretazione del conflitto sociale) ed elementi di teoria morale (modelli di riconoscimento come base normativa dei rapporti con se stessi e gli altri). Gli scopi generali di questo programma sono, sul lato della teoria sociale, fornire un resoconto unificato delle nozioni di conflitto sociale e progresso morale nella transizione alla modernità culturale, e, sul piano della teoria morale, delineare una teoria formale della vita buona, capace di evitare interpretazioni troppo esigenti del punto di vista morale e senza rinchiudersi nel particolarismo etico. Le modalità positive di rapporto con sé - fiducia in se stessi, rispetto di sé, autostima - vengono identificate a partire dalle esperienze negative di spregio, offesa, umiliazione, a loro volta intese come violazioni di quella rete di riconoscimenti intersoggettivi che sorreggono l'autorealizzazione individuale. Integrità individuale e integrazione sociale formano così un 'continuum' che, nella prospettiva di Honneth, vale a delimitare l'orizzonte assiologico di un ethos post-tradizionale e democratico.
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