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Homo hitlericus veniva cosi' definita dagli abitanti del ghetto la bestia nazista, infatti non credo che ci sia altro termine per definire questi soldati votati all'omicidio programmato di milioni di innocenti, soldati che di umano non avevano nemmeno l'aspetto considerato che il loro disprezzo per la vita umana scaturiva da ogni poro della loro pelle supportata dai loro lucidi stivali neri, soldati che massacravano per diletto, nemmeno una bestia e' capace di tanta crudelta' nei confronti della sua preda. Un saggio bellissimo ricco di immagini e di documentazione storica, un saggio che dimostra che l'ebreo non andava a morire come pecore al macello anzi, si difendeva, difendeva la sua dignita' di Uomo e la sua vita con i pochi mezzi che aveva anche a mani nude. Un saggio che narra dettagliatamente le rivolte del ghetto di Varsavia di Cracovia e di altri ghetti, la rivolta di Treblinka e di Sobibor, uomini donne e bambini coraggiosi votati ad una morte certa piuttosto che morire nelle camere a gas degli sgherri barbarici nazisti, dell'homo hitlericus.
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Un fondamentale strumento d'informazione su una delle piu fosche pagine della storia contemporanea, e un monito sempre attuale per la coscienza europea.
Il 2 novembre 1940, un editto del governatore nazista Fischer ordinava la istituzione del ghetto di Varsavia. Aveva cosí inizio uno dei piu tragici episodi della seconda guerra mondiale. I 450.000 ebrei di Varsavia, relegati in una ristretta zona della città, che venne recinta con un muro, in meno di tre anni furono sterminati dai nazisti: il massacro rientrava in quel gigantesco piano di genocidio che essi, con insensata ferocia e burocratica freddezza, portarono a quasi completa attuazione.La tragedia degli ebrei di Varsavia, Iesempio forse unico nella storia, ebbe una documentazione minuziosa e precisa da parte delle vittime stesse: un gruppo d'intellettuali ebrei isolati con gli altri nel ghetto, valendosi anche dell'apporto di collaboratori occasionali, registrò quasi giorno per giorno la cronaca degli avvenimenti; descrisse i singolarissimi aspetti della vita nel ghetto, i contrasti, i compromessi, gli accordi tra le varie fazioni politiche che in esso perdurarono, diede conto imparzialmente di luminosi esempi di sacrificio e insieme dell'azione dei traditori; documentò le tecniche di deportazione e di sterminio, e la resistenza che ad essa venne organizzandosi e che trasformò la fase finale dell'annientamento in una gesta eroica. Negli ultimi tempi della resistenza, l'enorme materiale raccolto - costituito da relazioni, diari, cronache, proclami e manifesti - venne chiuso in una diecina di casse metalliche e sepolto in un nascondiglio appositamente allestito sotto le macerie del ghetto; qui esso è stato ritrovato, dopo la guerra, pressoché intatto.Nel presente volume, Alberto Nirenstajn, già collaboratore dell'Istituto storico ebraico di Varsavia, ha raccolto e tradotto per la prima volta dall'originale ebraico o yidisc, un'ampia scelta del materiale venuto alla luce, che ha integrato con altri documenti di fonte tedesca: l'opera che ne è risultata dà un quadro d'impressionante efficacia dell'epopea del ghetto di Varsavia.Una ricca documentazione, pur essa di prima mano - diari, testimonianze di vittime o di sopravvissuti degli altri ghetti di Polonia e dei campi di sterminio, di membri della resistenza ebraica polacca - completa il volume, che è un fondamentale strumento d'informazione su una delle piu fosche pagine della storia contemporanea, e un monito sempre attuale per la coscienza europea.
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