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Cm. 20,5, pp. 168. Brossura muta coeva con titolo calligrafato al dorso. Ottima conservazione. Prima e unica edizione, impressa anonimamente, ma opera del domenicano Filippo Anfossi (Taggia, Imperia, 1748-Roma, 1825), Vicario Generale dei Predicatori e Maestro di Palazzo sotto Pio VII. Il volume, occasionato dalla rottura del Concordato stipulato il 15 luglio 1801 tra Napoleone e Papa Pio VII (dovuta proprio alla questione dell'alienazione dei beni ecclesiastici) è ripartito in 10 lettere indirizzate a un amico, nelle quali l'Anfossi si propone di replicare al pamphlet "La questione sul diritto di proprietà de' Beni detti Ecclesiastici, e Nazionali, esaminata co' principj della Cattolica Religione" del giansenista Palmieri. Il rimedio caldeggiato per coloro che avessero comprato beni ecclesiastici approfittando delle circostanze rivoluzionarie dell'epoca consisteva, per l'Anfossi, nella loro immediata restituzione, cui sarebbe seguita l'assoluzione dal peccato. Il volume dell'Anfossi, lungi dal sopire il dibattuto, innescò invece una nuova spirale di polemiche; l'abate Vincenzo Palmieri gli replicò aspramente nei "Pensieri sopra le capacità e i diritti che hanno i collegi ecclesiastici o laici di possedere beni in comune, e sopra le alienazioni dei medesimi" (Genova, 1803; cfr. Melzi, II, 328), libro che indusse l'Anfossi a ribattere nuovamente con il libello "La verità dei fatti e la santità delle leggi". Numerose, nel volume, anche le notizie storiche sulla compravendita dei beni ecclesiastici, come quelle relatvie al prestito chiesto dalla regina Giovanna di Napoli al Papa per respingere l'assalto del re di Ungheria, realizzato "col vendere alla Chiesa romana la sovranità ch'ella avea sulla città di Avignone in qualià di contessa di Provenza. Il papa ne fece acquisto per 80,000 fiorini e siccome era questo un feudo dell'impero, l'imperatore Carlo IV ratificonne il contratto.nel 1348" (p. 40). Cfr. Melzi, II, 4.
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