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Riprendiamoci i nostri figli. La solitudine dei padri e la generazione senza identità - Antonio Polito - copertina
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Riprendiamoci i nostri figli. La solitudine dei padri e la generazione senza identità

Descrizione


Premio Pavese 2018

Un viaggio nella vita quotidiana dei genitori. Un'indagine su chi ne ostacola la missione educativa

«Noi diciamo ai nostri figli di studiare e la scuola li promuove anche se non studiano. Noi ci raccomandiamo di non fare uso di droghe e le star dei social sdoganano lo spinello libero. Noi li invitiamo a non buttare i soldi dalla finestra e i loro amici comprano tutto ciò che vogliono. Noi insistiamo perché leggano e la tv li spinge a tornare analfabeti.»

Nel mondo di oggi, che mette in discussione ogni forma di autorità, la sfida educativa dei genitori diventa sempre più complicata. Se il conflitto tra generazioni non è certamente una novità, quello che sta accadendo è però qualcosa di diverso, di molto più serio: una vera e propria interruzione del tradizionale passaggio di valori dai padri ai figli. I genitori sono soli, insidiati da mille modelli alternativi che li contraddicono, parlano un’altra lingua, dettano altre priorità. Diventato padre in due momenti diversi e distanti della sua vita, Antonio Polito entra nel vivo di una battaglia culturale volta a smascherare i nemici dei genitori: le idee e le figure che tendono a sabotarne l’autorità o che semplicemente hanno smesso di aiutarli. Dai social alla scuola, dalla politica alla Chiesa, dai cattivi maestri fino alla famiglia stessa, che ha commesso gravi errori, importando stili di vita che ne minano il ruolo.
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Dettagli

2018
11 ottobre 2017
176 p., Brossura
9788831728133
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Indice

Indice

Introduzione. La disruption della famiglia

I. La crisi della fratellanza
II. Quando il rimprovero uccide
III. La lingua virale
IV. Liberi di consumare
V. Chi ha paura dello smatphone
VI. Non parlate con gli sconosciuti
VII. Maestri di sballo
VIII. Il complesso di Ulisse
IX. Neanche un prete per chiacchierar
X. La politica e la rabbia
XI. Nel nome della Legge

Conclusioni. Riprendiamoci il nostro ruolo

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New Gold Dreamer
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Educare i propri figli (così come educare in generale) oggi come oggi è una sfida immensa e un compito veramente arduo perché, come dice l'esimio giornalista Antonio Polito, i buoni valori che un genitore può impartire spesso sono contrastati dalle numerose seduzioni diseducative che circolano al di fuori dell'ambiente domestico. Ma dal mio punto di vista il nodo della questione risiede nell'ultimo capitolo dove il giornalista asserisce che è sì vero che il mondo circostante fa poco per trasmettere valori alti sul piano etico, così come altrettanto vero che, però, il primo ambiente che non sa educare è proprio la famiglia. Ed è qui che il caro Polito un po' si contraddice perché auspica la creazione di una rete tra genitori... ora: se già sono pochi quelli che sanno educare, come possono questi ultimi portare dalla loro parte la maggioranza degli altri che si comportano come, se non peggio, dei loro figli (conosco genitori che non si perdono una puntata del "Grande Fratello" o di "Uomini e donne" o si fottono il cervello sullo smartphone)? La risposta è ovvia: quei pochi che ragionano a filo vengono estromessi e non ascoltati. E poi Polito in più passi "vanta" la sua militanza a sinistra negli anni dopo il '68. Ora... come si può pretendere di aver urlato slogan come "vietato vietare", "la fantasia al potere" e aver contestato quelle autorità, come famiglia e scuola, perché viste come oppressive e poi lamentarsi se queste non sanno più educare se impossibilitate a farlo? Come dicono a Roma, parlamose chiaro: educare è difficile ma se il mondo di oggi fa schifo un po' lo abbiamo voluto anche noi.

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Antonio Polito

1956, Castellammare di Stabia

Antonio Polito (Castellammare di Stabia 1956) è un giornalista italiano, vicedirettore del «Corriere della Sera». È autore di due libri-intervista di argomento storico editi da Laterza (con Eric Hobsbawm e Ralph Dahrendorf); di Contro i papà (Rizzoli 2012), In fondo a destra (Rizzoli 2013) e Riprendiamoci i nostri figli (Marsilio 2017).

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