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Nella loro ricostruzione del periodo legato a quel posto magico e al tempo stesso equivoco, che trasudava talento e testosterone, dove tutto veniva sessualizzato (il servizio, il personale, persino il cibo), le tre voci si alternano in un’appassionante storia sul potere, la violenza di genere e la complicità, sulle bugie che raccontiamo (agli altri e a noi stessi) e sul coraggio necessario per guardare in faccia la verità.
«In linea di massima, esistono tre tipi di chef: il lavoratore instancabile, l’artista e il tossico. Il migliore è una perfetta fusione dei tre.»
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Il romanzo è scritto a tre voci. Vittima, stupratore, moglie dello stupratore. Lui si ritiene innocente e per tutto il romanzo racconta la sua verità, ma mano a mano che descrive ciò che sta succedendo e ciò che secondo lui è successo si sente un cambiamento. Si fa fatica a stare dalla sua parte, ma si capisce anche che il processo difficilmente finirà con una condanna. La testimone principale non è abbastanza credibile. Non è sufficiente la verità o le prove, conta moltissimo come sei e come eri, come gli altri ti descrivono e così la verità passa in secondo piano. La moglie è dalla sua parte, com'è giusto che sia, quasi fino alla fine, quando decide di cominciare a pensare a se stessa e ai suoi figli. La vittima, che in realtà non è presente nel processo penale, racconta com'è diventata la sua vita dopo ciò che le è successo. Come le cose abbiano assunto un valore diverso e come tutto dopo quella sera sia andato a rotoli. Credo che l'autrice sia riuscita a descrivere bene gli stati d'animo e i pensieri di tutti e tre e soprattutto il sentirsi vittime delle due donne e il sentirsi perseguitato dell'uomo, incapace di affrontare ed ammettere le sue responsabilità.
Non mi ha convinto. Premesso che leggendo la terza di copertina pensavo che il testo trattasse di altro, anche l'argomento del romanzo, lo stupro, non è inciso in modo profondo. L'uomo, a prescindere, è trattato in modo del tutto negativo; l"escamotage per far risaltare ciò di cui si parla è raggiunto aggirandolo; il risultato finale può essere letto in due modi: a scopo speculativo ovvero quale unico modo per destare il problema. Posto che lo sfondo è la bigotta Irlanda, resta il dubbio sulla reale efficacia del testo scelto per sollevare e sostenere il problema Voto 6,5
Recensioni
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