Ritorno alle terre selvagge

Un libro che non mi ha per nulla appassionato purtoppo...scritto in modo troppo banale e prevedibile, nonostante l'avventura potrebbe avere risvolti interessanti, come altre operazioni cinematrografiche hanno fatto, vedi Cognetti. E' il diario-racconto dell'avventura di un ragazzo molto cittadino che cerca di ripercorrere i passi del "mitico" Maccandless, sperando di ritrovare sè stesso, o almneo di conoscersi un pò, ma quella di "Into the Wild" è tutta un'altra storia...

Conosco e porto nel cuore la storia di "Into the Wild", a cui questo libro vuole ispirarsi, ma qui mi sembra il diario di un tardo adolescente in viaggio post-diploma. Più che un racconto, sembrano appunti di un blog casalingo della serie "ecco il mio ultimo viaggio". La trama è prevedibile, gli sviluppi e le battute scontati e già sentiti mille volte. L'ho comprato sperando di calarmi in qualcosa che mi ricordasse il primo Krakauer, ma mi sono imbattuta in una storiella da liceale che ha voluto lasciare l'ennesimo lucchetto sul ponte pensando di avere fatto qualcosa di "unico". Certo, sotto l'ombrellone si legge come si legge un giornalino, a cuor leggero, ma non parliamo di "ritorno alle terre selvagge" per favore. Oggi è davvero difficle dire qualcosa sui viaggi che non sia già stato fatto, visto, e vissuto dai più, quindi un filo di umiltà e di selezione nello scegliere cosa pubblicare non guasterebbe forse.

Un libro è bello quando ti lascia qualcosa, nel cuore o nella mente. Frank riesce a toccare entrambi, con un racconto limpido di un viaggio particolare. Ancora più affetto proverà chi conosce la stori immensa del giovane Chris McCandless.. pagina dopo pagina si vivrà una storia con il fantasma di Chris a sorvegliare la buona riuscita di questo viaggio. Consigliato.