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Voto altissimo per come e' stato tradotto, naturalmente l'opera di Mann non si discute; purtroppo, da un punto di vista grafico, visto che Einaudi vuole 55 Euro, chiederei maggiore professionalita', di conseguenza un voto basso. Eviterei versamenti d'inchiostro sulle pagine e intere pagine con inchiostro sbavato, che rendono difficile la lettura.
Recensioni
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Con la pubblicazione di questo "Meridiano" prende avvio un importante progetto editoriale, che nei prossimi anni porterà a una nuova traduzione e a una edizione commentata dei romanzi e dei racconti di Thomas Mann, sulla base dei risultati raggiunti dalla Groβe kommentierte Frankfurter Ausgabe delle opere dello scrittore. Il progetto è stato fortemente voluto da Renata Colorni, che lo segue con particolare cura, ed è coordinato da Luca Crescenzi, al quale si deve, oltre che la cura e il pregevole e accurato commento, l'ottima introduzione ai Buddenbrook, che apre nuove e significative prospettive di ricerca e di interpretazione non solo per un'attenta rilettura di Thomas Mann, ma anche per una più generale valutazione della storia letteraria e culturale tedesca del Novecento, inserita in un più vasto contesto europeo. L'introduzione di Heinrich Detering ad Altezza reale, quello che lo stesso scrittore considerava il suo secondo romanzo dopo I Buddenbrook, indica un'altra significativa caratteristica di questa edizione, ovvero la sua valenza europea, raggiunta attraverso un dialogo, in questo primo volume perfettamente riuscito e fecondo, tra studiosi italiani e studiosi tedeschi, impegnati nel grande progetto dell'edizione francofortese.
Un altro elemento assume particolare rilievo in questa edizione: ovvero la nuova traduzione di Silvia Bortoli e Margherita Carbonari, che è anche il frutto di un confronto continuo tra il lavoro più specifico della traduzione e i risultati raggiunti dal lavoro filologico e interpretativo; c'è in genere un encomiabile lavoro di team, che il curatore ricorda con attenzione nella chiara esposizione dei criteri dell'edizione, il quale ha portato alla cura veramente esemplare di questo volume.
Sarebbe un grave errore qualora un tale coraggioso progetto editoriale venisse considerato destinato prevalentemente agli addetti ai lavori o agli specialisti. È vero invece esattamente il contrario, e questo non solo per l'ottimo lavoro di traduzione, che restituisce, specie nel caso dei Buddenbrook, che in Italia hanno avuto ben quattro traduzioni, un testo quasi nuovo, più denso di ironia, più trasparente nel rendere gli innumerevoli rimandi interni e quindi nel restituire con grande originalità la tessitura sottile propria dello stile manniano; si creano così le condizioni per una lettura per molti versi più scorrevole e accattivante. Naturalmente l'attento commento, che anche nei successivi volumi sarà curato da Luca Crescenzi, accompagna e facilita questa lettura, quasi questo "gioco"di interpretazione reso accessibile a ogni lettore; ma la stessa dimensione critica e interpretativa presente nelle due introduzioni riesce ad amalgamare e a fondere si vorrebbe dire quasi magicamente l'indagine attenta della trama intellettuale e della genesi narrativa dei romanzi presentati con nuovi, a volte inattesi riferimenti. Ne emerge così, nel dialogo a distanza tra Crescenzi e Detering, una caratterizzazione delle opere presentate come romanzo-fiaba, e il sottile gioco di rimandi a Bourget e a Nietzsche non esclude un significativo rinvio alle fiabe di Perrault, che lo scrittore possedeva in una lussuosa edizione illustrata da Gustavo Dorè; un tale rinvio non potrà non interessare ogni lettore e permette a Crescenzi una lettura del tutto inedita del personaggio di Hanno Buddenbrook, che necessariamente si riversa sull'interpretazione dell'intero romanzo.
Come è noto, la ricezione di Thomas Mann presso la cultura e il pubblico italiano è stata sempre molto intensa e ancora oggi è particolarmente viva; senza la storia di questa ricca ricezione, che ad esempio coinvolse uno scrittore apparentemente lontano da Mann come Italo Calvino, difficilmente questo importante progetto editoriale si sarebbe potuto realizzare. A esso quindi non si può non rivolgere l'augurio di un vasto, meritato e duraturo successo, che unisca lettori e interpreti nell'impresa comune di una nuova, più avvertita e più attrezzata sul piano del confronto internazionale fase della ricezione di Thomas Mann in Italia, la quale, come è noto, trovò in personalità come Benedetto Croce uno dei lettori più attenti e partecipi.
Aldo Venturelli
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