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Festival di Cannes 2017 - Migliore sceneggiatura
il br fa il suo dovere
Lanthimos è ormai un regista affermato dallo stile particolare e quest'opera è la riconferma del suo talento. Film curatissimo, un lucido delirio dallo stile registico kubrickiano. Opera complessa, non adatta a tutti i palati, ma senz'altro raffinata.
Dopo due lavori come "Kynodontas" e "The Lobster", il giovane regista Yorgos Lanthimos torna al cinema con un thriller psicologico che è un riadattamento in chiave moderna di una tragedia greca di Euripide (Ifigenia in Aulide). Lo stile registico è talmente preciso e pulito che non può non ricordare il perfezionismo di Stanley Kubrick. Interessante anche l'uso della colonna sonora, che tre gli altri brani, prevede anche la presenza dello Stabat Mater di Schubert. "Il sacrificio del cervo sacro" è un film diatrubante, dissacrante, amaro. Tratta tematiche di certo non facili (la colpa, l'espiazione, la vendetta, la medicina) con lo stile freddo e apatico (soprattutto nella recitazione) tipico del regista greco, motivo per cui non è un film per tutti gli stomaci. Se però conoscete e amate lo stile di Lanthimos o vi attirano i thriller psicologici con tocci surreali/grotteschi (che a tratti definirei "buñueliani") allora "Il sacrificio del cervo sacro" può decisamente fare al caso vostro. Dal mio modesto punto di vista si tratta senza alcun'ombra di dubbio di uno dei film più belli degli ultimi dieci anni e forse anche di più.
Recensioni
Lanthimos guarda a Kubrick in una nuova e malsana parabola sulle nostre paure più inconfessabili
Trama
Steven è un cardiologo: ha una bellissima moglie, Anna, e due figli, Kim e Bob. All'insaputa di costoro, tuttavia, si incontra frequentemente con un ragazzo di nome Martin, come se tra i due ci fosse un legame, di natura ignota a chiunque altro. Quando Bob comincia a presentare degli strani sintomi psicosomatici, la verità su Steven e Martin sale a galla.
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