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“Words cannot really replace mathematics—but on a subject like this, mathematics cannot really replace words”.—J. Bernstein Leggendo “Salti quantici” (Quantum leaps) troverete ‘passim’ alcune illuminanti citazioni che in un testo scientifico non vi attendereste. Le quali non potranno che avvalorare ciò che B. scrive del suo libro nei ringraziamenti iniziali, e cioè che siamo di fronte ad un’opera eclettica: “ranging from the Dalai Lama to W.H. Auden”; e, complice il gioco degli scacchi, l’autore incrocerà pure Kubrick e Marcel Duchamp. I campi del sapere che coinvolge sono davvero tanti, come i nomi di scienziati, scrittori, uomini di religione citati; ma il nume tutelare resta John Bell, con quel suo spirito arguto che gironzola intorno ad ogni capitolo. D’altronde, l’atomo, questa particella infinitesimale, indagata con «capillotomica dialessi» per usare un’espressione gaddiana, dai primi anni del secolo scorso è un argomento irresistibile per chiunque gli si avvicini, non solo per i fisici di professione. E la storia della sua scoperta presupporrebbe di essere narrata da un mito, come per Edipo o per Cromwell — disse, con un “commento delfico”, J.R. Oppenheimer alla BBC nel 1953. Gli intrecci fra ambiti diversi della cultura sono la sostanza stessa del libro, che si apre delineando, complice la singolare biografia di B., il profondo legame fra Reinhold Niebuhr ed il poeta W.H. Auden. Non dimenticando però il fatto che B. è abbastanza scettico nei confronti di quegli scienziati che troppo spavaldamente mettono in campo analogie tra scienza e spirito — basti leggere, per averne una conferma, l’ultimo capitolo del libro, laddove l’autore pone serie riserve verso il “Tao della fisica” di Capra. (Una curiosità: di Schrödinger, in questo libro, si racconta fra le altre cose l’esperimento del gatto. È parte del 3° capitolo. La sua affermazione sulla meccanica quantistica come rappresentativa di tutti gli aggregati atomici della materia era avallata dallo stesso Dirac).
L'autore intreccia ricordi autobiografici a considerazioni sulla meccanica quantistica, con un velo d' ironia sulle arbitrarie interpretazioni in salsa new age. Dice che quando legge una frase strana sostituisce ad ogni proposizione la sua negazione, se la mancanza di senso persiste, passa oltre.
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