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Indice
Introduzione
Il caso della penna a sfera
Un buon libro.Sembra un thriller scientifico e minuzioso.Accattivante.Consigliato,perché investiga la materia del crimine con metodo e rigore.Da leggere!
Ottimo libro!! Chiaro nelle descrizioni delle tecniche investigative e coinvolgente nella narrazione dei fatti di cronaca. Un aspetto molto apprezzabile è che la lettura non risulta affatto noiosa anche riguardando argomenti tecnici e scientifici. In conclusione ve lo dovete da legge...voto personale 8/10...ah ah ah!!
Accattivante nel racconto e nella descrizione dei casi di cronaca nera ma un po' troppo specifico e noioso nella ricostruzione delle tecniche e strategie per lo svolgimento delle indagini criminologiche. Senz'altro piacerà a chi è appassionato di questo genere ma, per chi non lo fosse, non sarà certamente questo il libro che vi farà cambiare idea.
Recensioni
“Nonostante ci sia ancora chi sostiene che a uccidere Elvis Presley è stata una morte cardiaca improvvisa non innescata dall’abuso dei farmaci, l’opinione di patologi importanti come Cyril Wecht e altri come lui è che si sia verificata una condizione clinica chiamata farmacofagia: l’ingestione compulsiva e in quantità inappropriata di farmaci.
Ed è stata la combinazione di otto diverse sostanze, ciascuna delle quali innocua, a produrre effetti mortali.”
È davvero difficile, durante la lettura del libro, evitare di riprodurre mentalmente il ritmo incalzante del parlato di Carlo Lucarelli magistralmente utilizzato durante le sue trasmissioni televisive: ormai è così profondamente entrato nell’orecchio anche di chi conosce lo scrittore bolognese principalmente per le sue opere narrative, da esserne condizionati nella lettura, soprattutto se si parla di delitti o di misteri…
Coautore di questo Scena del crimine, è un vero tecnico, un criminologo che si è occupato professionalmente dei più complessi casi criminali degli ultimi anni: se il suo supporto alle indagini giudiziarie relative a efferati assassini è stato fondamentale, di certo anche il contributo dato alla stesura e alla elaborazione di questo saggio non è stato da meno. Colpisce infatti la chiarezza nel comunicare spiegazioni logiche a casi apparentemente incomprensibili e a fornire informazioni su tecniche e metodi d’inchiesta sempre più altamente specialistici e tecnologici.
Se insomma gli autori sono, ognuno per quanto gli compete, dei “maestri”, non può stupire che il risultato sia così brillante, che sappia tenere sempre elevata l’attenzione del lettore, che proponga casi assolutamente esemplari di una tesi investigativa e che, con tanta naturalezza, intrecci nomi molto noti, casi giudiziari riportati dai giornali di tutto il mondo, a morti di sconosciuti e a “piccoli” delitti di provincia (sia italiana che americana) spesso sfuggiti anche a un attento lettore di cronaca nera. Vengono ugualmente proposti dei “misteri” giudiziari antichi di uno o due secoli, o di epoca ancora precedente: narrati dai nostri due autori non sembrano aver perso mordente o fascino per il lettore appassionato di gialli e di noir! Ecco il caso della piccola Jonbenet Patricia Ramsey datato 26 dicembre 1996: imprecisioni investigative, piccoli particolari non notati da un coroner distratto, rendono più intricato e difficoltoso capire con chiarezza modi e tempi del delitto. A questo punto gli autori iniziano a spiegare (in modo appassionante) le tecniche per stabilire il momento esatto della morte delle vittime e, in modo coerente, riescono a introdurre un secondo caso, lontano migliaia di chilometri dal precedente: il corpo di un uomo, completamente mummificato, ritrovato nel 2000 dentro un camino dagli operai che ristrutturavano un appartamento.
Un’Appendice al volume presenta una cronologia delle maggiori scoperte in ambito di scienze forensi e stupisce il fatto che già nel 3000 a.C. siano segnalate, impresse nel vasellame, alcune impronte digitali.
In fondo, come il crimine è antico quanto l’uomo (Caino è un chiaro esempio di amore fraterno e anche oggi la gran parte dei delitti avviene all’interno dell’ambito familiare) così altrettanto antica è la ricerca della verità e il bisogno rassicurante di trovare un colpevole non solo per punirlo delle proprie malefatte, ma soprattutto perché gli uomini non sopportano la sensazione di sapere in libertà chi rappresenta la vittoria della morte sulla vita e del male (che alligna in tutti) sulla giustizia.
A cura di Wuz.it
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