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Anno edizione: 2015
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Un grande affresco sull'Italia di allora, sull'evoluzione, e involuzione, della piccola e media borghesia, che perde lentamente la sua centralità nella Storia e nelle proprie certezze morali, in un disfacimento di sottomissione all'ideologia fascista.
«La particolarissima capacità di scegliere, fra innumerevoli triti fatti, quelli che condizionano severamente la storia, l'esistenza, il destino, è di Pratolini come di pochissimi altri scrittori» – dalla prefazione di Antonio Faeti
Nella Firenze del primo dopoguerra, mentre il fascismo acquista sempre più potere, si intrecciano le vicende di due famiglie poccolo-borghesi nevrotiche e problematiche. Dal ras fascista pieno di dubbi al dramma di Ninì, donna condannata a rifiutare la propria omosessualità, dalla buona Nella che si trasforma in una Bovary fiorentina al contadino socialista che diventa un eroe suo malgrado: Lo scialo è un grande affresco sull'Italia di allora, sull'evoluzione, e involuzione, della piccola e media borghesia, che perde lentamente la sua centralità nella Storia e nelle proprie certezze morali, in un disfacimento di sottomissione all'ideologia fascista. Tra cronaca e memorie autobiografiche, le peripezie impreviste e i colpi di scena indimenticabili di questa seconda opera della trilogia "Una storia italiana", iniziata con Metello, ci accompagnano attraverso un romanzo-mondo affascinante, ricco di personaggi tratteggiati con un realismo e una profondità psicologica mirabile.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
E' da tempo, da anni che non leggevo un libro cosi' totalizzante, cosi' complesso, cosi' olistico. La Storia e le storie delle persone. Una citta' Firenze, indubbiamente fascinosa e vivace. Lo scialo mi ha "invasa", sollecitando ogni parte della mia vita: la Storia, la politica, il rapporto uomo/donna, le emozioni, i sentimenti, la ragione, le contraddizioni, la noia, i cambiamenti, le rotture e le riconciliazioni. Fatico ad uscire dal libro, lo sento ancora sottopelle e penso che rileggero alcuni passaggi che ho sottolineato. Vasco Pratolini ha accompagnato/formato la mia adolescenza ed ora, mi e' vicino nella terza eta'. Grazie Vasco, grandissimo scrittore.
Lo scialo è il secondo romanzo di una trilogia intitolata Una storia italiana e viene dopo lo stupendo Metello (il terzo è Allegoria e derisione); narra di Firenze fra le due grandi guerre e potrebbe essere definito come la parabola della piccola e media borghesia di quella città, estensibile però senza particolari problemi a quella di tutta l’Italia. E’ nata così un’opera che forse non era per corposità nelle intenzioni dell’autore, ma che lui ha sentito come necessaria, per non dire indispensabile, per descrivere, attraverso i tanti personaggi, protagonisti di vita quotidiana, dei rapporti fra il fascismo e appunto la borghesia. Ho detto che si tratta di un lavoro di consistente mole e forse sarebbe meno faticosa la lettura se l’autore avesse provveduto, in sede di stesura definitiva, a qualche opportuna sforbiciata, ma ciò non toglie che, superato lo sgomento iniziale quando ci si accorge delle tante pagine da leggere, il risultato alla fine risulta appagante. Per quanto, a mio avviso, non si possa parlare di un capolavoro, ma di un romanzo che presenta un livello di eccellenza, occorre riconoscere che l’indagine storico sociologica di Pratolini ha consentito di ben delineare i rapporti fra una borghesia cristallizzata, ma con più ampie aspirazioni, e l’arrembante regime fascista. E non si tratta di una relazione conflittuale, bensì vede questa classe intermedia cercare di cogliere l’occasione per assurgere a più alti livelli. Si tratta di gente che non esita a sporcarsi le mani, a rinnegare le sue origini, in passato proletarie, per lasciarsi trascinare in un folle arrivismo che non scuote le loro coscienze, perché lo scopo è solo uno: emergere, anche a scapito degli altri. Potrei dire che questa classe sociale non ha idee politiche e non è nemmeno fascista, eppure con una leggerezza imperdonabile salta in groppa al cavallo del fascismo, senza pudore e anche senza nessuna convinzione. Opera da leggere senza dubbio.
Questa è senza dubbio l'opera più complessa di Vasco Pratolini. L'autore ci racconta un periodo storico storico che va dal 1914 al 1930,prendendo spunto dalla storia di Nella Giovanni. Nella,ragazza di buona famiglia,sposa Giovanni,ferroviere socialista.Man mano che avanza la Storia,cambiano loro:da giovane donna di buoni principi Nella si trasforma in una sorta di Bovary fiorentina,mentre Giovanni rinnega i suoi ideali socialisti per diventare un borghesuccio arricchito destinato al fallimento, Nel romanzo, però, la figura di spicco è senz'alcun dubbio quella di Ninì, donna dall'omosessualità latente,nevrotica,dispotica,che finirà con l'uccidersi perchè disperatamente fuori posto ovunque. Altre figure notevoli sono la zia di Nella,Concetta, che assiste impotente alla rovina della nipote;Adamo,marito di Ninì,che l'ama disperatamente e farà di tutto per salvarla senza riuscirvi; Folco Malesci, il ras fascista con una coscienza, che finirà ucciso dai suoi stessi camerati; Bixio Falorni,il contadino socialista di Scandicci che suo malgrado diventerà un eroe e finirà massacrato dai fascisti. Notevoli le ricostruzioni di fatti storici:l'assassinio di Spartaco Lavagnini; il linciaggio dello squadrista Giovanni Berta da parte della gente del quartiere del Pignone e la conseguente repressione; il massacro di Scandicci nel 1921... E sullo sfondo,come sempre nei libri di Pratolini,Firenze e i suoi quartieri popolari. Un libro che nonostante la mole si rivela davvero bellissimo.
Recensioni
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