Gli Scritti dal sottosuolo non sono quello che sembrano. Questa nuova traduzione di uno dei classici più decisivi per la cultura contemporanea (è stato considerato il primo esempio di esistenzialismo) ma, in fondo, meno compresi è il risultato di un lungo lavoro di ermeneutica del testo letterario condotto dalle curatrici. Emerge, anche dal commento analitico, un nuovo volto di Dostoevskij: uno scrittore religioso che affronta i temi del nichilismo, del male, della fede. «Quei porci dei censori, nei punti in cui mi faccio beffe di tutto e talvolta bestemmio facendolo apposta – hanno lasciato correre, ma laddove da tutto ciò faccio derivare la necessità della fede e di Cristo – quel punto l’hanno vietato».)
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