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Vorrei aggiungere alcune considerazioni su di un aspetto apparentemente marginale, che e' stato toccato in questo interessante libro, ma senza trarne, forse, tutte le logiche conseguenze. Intendo riferirmi alla parola "amici" che compare nei profili di facebook per indicare i contatti. Facebook e' stato creato in America, dove Ralph Waldo Emerson ha dedicato all'amicizia uno dei suoi saggi migliori. Sarebbe opportuno rileggere quelle pagine, per decidere, ciascuno in cuor suo, se l'uso che se ne fa qui sia appropriato. Ma se Emerson non bastasse, ecco una massima di Goethe: " Tre cose non si conoscono che in un determinato momento: un eroe in guerra, un uomo saggio nell'ira, un amico nel bisogno". Coloro che vantano 1000 amici su Facebook, pensano davvero che, se il bisogno li colpisse, a quelle facce importerebbe qualcosa? Ed ecco che la parola "amici" si dispiega nel suo vero volto: "Miserabil transazione, anzi trufferia di parole", perche' finge di attribuire calore e umanita' ad un meccanismo che invece e' freddo, gelido, stereotipato e ripetitivo, così come stereotipate e ripetitive sono le banali frasette che compaiono sui profili alla voce " a tizio piace..." L'uomo sta perdendo man mano la sua umanita'. In questo potrebbe non esservi nulla di tragico. Il tragico sta nel fatto che non se ne accorge.
Il libro mi è piaciuto molto, scorrevole da leggere in quanto racconta benissimo com'era la comunicazione negli anni 70/80 e com'è adesso. Sopratutto se hai vissuto in quegli anni capisci quanto Facebook e altri social network abbiano annullato quel contatto umano che c'era prima.
L'autore è riuscito a catturare le problematiche odierne della comunicazione tra le persone e a trasmetterle in maniera semplice a tutte le categorie di lettori. libro ben strutturato e di facile lettura.
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