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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2012
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Scritto come cronaca, rimane in superficie e si percepiscono parecchie omissioni, perché la prosa un po' arida, intruppata in un pensiero indeflettibilmente razionale, a volte fatica a mantenere un filo di coerenza. Sempre con la lente di un osservatore occidentale che impianta rapporti di diplomazia in una società molto distante dalla sua, alla ricerca di un riconoscimento sociale. Peccato che siano i due fuggiaschi a essere l'elemento esotico sotto il Potala. È una cronaca di un Tibet perduto? Forse solo la versione del vissuto dell'autore, che non è in grado di spingere la sua analisi molto al di sotto della superficie degli atteggiamenti dei tibetani, che gli rimangono stranieri.
E' il racconto dell'esperienza dello scrittore che, fuggendo dalla prigionia, cerca in tutti i modi di rifugiarsi nel tibet, in special modo a lasha, all'epoca città proibita agli stranieri e dove vivrà per anni diventandone un membro attivo della comunità nonchè amico del Dalai Lama. La storia è bella e ti permette di conoscere un paese di cui non si sa molto, poi si legge di un Tibet ante invasione cinese di cui non si hanno molte tracce, essendo stato un paese molto chiuso alle modernità tecnologiche. Va letto sicuramente anche solo per il fatto che è una storia vera.
Interessante perchè permette di capire davvero il paese meraviglioso che è il Tibet, ma un po' lungo in certi passaggi. Avrebbe potuto essere più scorrevole. Comunque merita di essere letto!
Recensioni
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