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Anno edizione: 2004
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Quando esce questo album, nel 1997, i NoFX sono passati dal successo planetario di Punk in drublic (1994) e subito dopo dal flop (pur ingiustificato) di Heavy petting zoo, album volutamente troppo distante dalle programmazioni di MTV; la band losangelina decide perciò di smettere di fare calcoli e di affrontare la vita come viene: e ricomincia perciò a fare il suo mestiere come prima, cioè distribuendo energia, idee, qualche messaggio impegnato e qualche altra divagazione ironica, il tutto in pezzi di due minuti al massimo ciascuno. La batteria di Erik Sandin spinge come non mai in So long and thanks for all the shoes, e a dire il vero sembrano cresciuti dal punto di vista strumentale sia il basso di Fat Mike che la chitarra di Melvin; in secondo piano rimane invece la chitarra solista di El Hefe, che in questo cd ha meno spazi per scatenarsi. Se It's my job to keep punk rock elite, traccia di apertura, è ancora oggi considerata uno dei brani fondamentali della vasta discografia del quartetto, non vanno dimenticate neppure Champs Elysées, Murder the government, 180 degrees e Eat the meek, l'episodio più rilassato dell'intero lavoro, tutti pezzi che i NoFX manterranno per lunghissimo tempo in scaletta live. Fra le piccole chicche meno note di So long... vale poi la pena di ricordare I'm telling Tim, Kids of the k-hole (che omaggia gli Adolescents di Kids of the black hole) e la swingata (!) Flossing a dead horse, nella quale finalmente El Hefe dà il meglio di sé: ma con la tromba. In una semplice chiosa, So long... è un album divertente e divertito.
Recensioni
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