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Libro finalista al Premio Alassio Centolibri-Un autore per l'Europa 2022
Il nuovo romanzo di una delle voci più forti della nostra letteratura di questi ultimi anni. Un dramma breve e furioso, impietoso e teso, che in movimenti precisi e in un solo spazio è capace di generare una deflagrazione.
«È impossibile non amare questo romanzo, duro e cristallino come un diamante». - Antonio Manzini
Tre fratelli, Carmine, Papele e Ivano, i fratelli Corona. Sono costruttori edili, temuti e rispettati nel paese per un passato inquietante ormai seppellito con il denaro e gli affari. Carmine è la mente; Papele è il braccio; poi c’è Ivano, il fratello piccolo, che ha studiato, non ha conosciuto la giungla della strada, e per hobby fa fotografie belle e malinconiche. Ogni anno, nell’anniversario della morte del padre, si danno appuntamento. Una visita al cimitero senza mogli, figli o parenti. E poi una cena, solo loro tre. Bere, mangiare, ridere, condividere tutto, come solo tra fratelli è possibile. Una consuetudine che dura da undici anni. La cena è prevista a casa di Ivano, che vive da solo e in cucina ci sa fare. Quella sera piove, una pioggia inarrestabile e forsennata, che con la complicità del vino induce i tre fratelli ad aprirsi più del solito. Potrebbe essere una serata catartica, in cui liberarsi di maschere troppo a lungo portate. Ma la verità fa più paura di una comoda menzogna. Solo la pioggia è un romanzo breve e furioso, che in movimenti precisi e in un solo spazio è capace di generare una deflagrazione, mettendo in scena il legame inscindibile che serra col nodo scorsoio chi è cresciuto assieme e solo nella famiglia ha riposto la fiducia. E mentre l’acqua scende incontenibile dal cielo, sgretolando i muri delle case costruiti con troppo poco cemento, alla stessa maniera vengono spazzate via le certezze dei tre fratelli. Con questo dramma feroce, impietoso, tesissimo, Andrej Longo si conferma una delle voci più forti della nostra letteratura di questi ultimi anni, capace come pochi di muoversi intorno ai confini dei generi letterari.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
“Solo la pioggia” di Andrej Longo è un romanzo che inizia come detta il titolo. La protagonista è solo la pioggia, con l’acqua che cade dal cielo senza requie, con intensità ingravescente. Termina nello stesso modo, con le identiche condizioni meteo avverse, anzi ancora peggio, da allerta rosso. Un acquazzone finale, una bufera apocalittica, un diluvio universale però locato, mirato, ben indirizzato, pioggia che precipita a catinelle su un lido e su precise situazion ivi malamente sviluppatesi. Si sono sollevate sdegnate le chiuse di un cielo grigio, scuro, plumbeo, non solo perché è calata la notte, soprattutto perché sono nere, scure, tombali le vicende umane qui narrate e di cui il cielo ne è stato diretto testimone, senza però poter, suo malgrado, intervenire ad impedirle prima che accadessero. Andrej Longo è bravo, e scrive bene, è uno degli autori che sa meglio descrivere, in poche righe, il degrado dei luoghi, delle persone e delle atmosfere che racconta. Lo scrittore ischitano naturalizzato napoletano non edita mai tomi voluminosi, al contrario, rende al meglio più con racconti lunghi che romanzi veri e propri, ma non perché non abbia da dire, anzi, è questione di talento, non gli servono troppe pagine. Perché l’amore predilige i silenzi, e Longo ama i suoi luoghi, ne scrive con amore e perciò con poco. In “Solo la pioggia” Longo è nel Sistema, è già dentro i meccanismi sperimentati ed articolati del malaffare camorristico che inquina la sua terra natale. Solo che il Sistema non è solo un insieme di regole, non è una pura società a delinquere e basta, è ben oltre, è un modo di essere, è una tragedia greca, un tumore maligno, un cancro di quelli peggiori. Aiuta un buon sistema immunitario, ma questo te lo conferiscono i geni, e la genetica risente dell’ambiente, uno inquinato all’origine la influenza pesantemente. Insomma, vincere il Sistema lo si può fare solo minandolo nel supporto, erodendone le fondamenta: come può fare solo la pioggia. Forse.
Davvero favoloso questo romanzo breve di Longo. Scrittura potente e fluida, dialoghi fitti e immersivi. Storia forte e struggente che si dipana a velocità diverse ma che attira come una danza ipnotica che non ti fa staccare gli occhi dalle pagine. Una perla rara che merita di essere letta. Spero che Longo possa conitnuare a regalarci altri libri così.
un racconto breve che si prolunga per l'intera durata di una cena tra tre fratelli, i Corona, Carmine, Papele e Ivano, costruttori che controllano sul litorale campano gli affari e il malaffare di una piccola cittadina. La cena - nel giorno della scomparsa del padre - per l'undicesima volta si ripete come un rito sacro tra i tre. Ma la cena ha uno svolgimento che modifica irrimediabilmente il corso degli eventi. La scrittura è chiara, netta, quasi ruvida come i sentimenti e i caratteri dei personaggl, forse un po' stereotipati e ripetitivi. Il testo sembra pronto per una resa teatrale e cinematografica per la capacità di scrittura. Debole la vicenda e con qualche tratto prevedibile.
Recensioni
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