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I sonetti. Testo inglese a fronte - William Shakespeare - copertina
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sonetti. Testo inglese a fronte

Descrizione


Definiti la chiave con la quale Shakespeare era in grado di aprire qualsiasi cuore, i Sonetti presentano un lato inedito e affascinante del grande drammaturgo. Studiate a lungo dai critici alla ricerca di indizi sulla vita privata di un autore per molti versi ancora misterioso, queste poesie introducono anche personaggi straordinari come la fatale dark lady o l'odiato poeta rivale.

I Sonetti di Shakespeare costituiscono uno dei libri di poesia piú filologicamente dibattuti, piú strutturalmente ambigui e, in definitiva, piú affascinanti. La triangolazione fra il poeta e i due interlocutori principali, il fair youth e la dark lady, produce un percorso morale e di senso niente affatto rettilineo se non addirittura misterioso. Lucia Folena ci offre diverse chiavi per interpretare questo percorso in modo consapevole e innovativo. E ci offre altresí una nuova traduzione in endecasillabi che riesce miracolosamente a conservare sia il pensiero sia gli eleganti artifici retorici che stanno dentro i pentametri giambici shakespeariani. Alcune storiche ottime traduzioni utilizzano versi lunghi di misura variabile, ma la forza dei versi di Shakespeare sta anche nella loro regolarità. Riuscire a condensare nell'endecasillabo il senso, la forma e la bellezza della poesia di Shakespeare è stata una scommessa molto impegnativa. Crediamo sia una scommessa vinta.

Come un attore impreparato in scena che per paura sbagli le battute, o un animale carico di furia a cui la troppa forza fiacchi il cuore, cosí io, malfidente, non ho voce per il cerimoniale dell'amore; sembra stroncarmi la sua intensità, e sono sopraffatto dal suo peso. Siano dunque i miei scritti l'eloquenza e i muti messaggeri del mio cuore: chiedono amore e attendon ricompensa piú grande che la lingua piú verbosa. Leggi tu i segni del silente amore: è intelletto d'amore udir con gli occhi.

La celebrazione iniziale della perfezione del destinatario, piú attraente e temperato di un giorno d'estate – celebrazione che sembra inizialmente essere tutta immersa nel presente (vv. 1-3, 5-6) – già al v. 4 si apre verso un domani nel quale nemmeno gli attuali difetti della bella stagione esisteranno piú, perché essa stessa sarà terminata, e, come sottolineano i vv. 7-8, sometime, cioè in un momento imprecisato ma ineluttabile, la corsa del tempo separerà dall'idea platonica del Bello le cose del mondo fisico che da quell'idea erano originariamente discese. A questo punto la perfezione del fair youth si rivela fondata, molto piú che sull'oggi, sulla futura stabilità della sua immagine attuale, la cui inalterabilità dipenderà esclusivamente dalla forza suggestiva dei «versi eterni» che l'avranno costruita. Cosí, come per un gioco di prestigio, la celebrazione iniziale del giovane si trasforma in autocelebrazione, ed è proprio un tale rovesciamento a rendere possibile la "storia" che segue, propiziando la genesi e lo sviluppo di un rapporto paritario di amicizia e amore tra due personaggi tanto lontani fra loro. L'uno possiede moltissime cose che mancano all'altro – nascita, ricchezza, gioventú, bellezza – ma l'altro ne detiene una che le sopravanza tutte. È padrone esclusivo del supremo potere della parola, senza il quale il resto, nella sua transitorietà, non è niente. Al pari di un dio minore egli può, se lo vuole, donare l'immortalità: non ai viventi, certo, ma almeno alle loro immagini. (dall'introduzione di Lucia Folena)

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Dettagli

2021
1 giugno 2021
480 p., Rilegato
9788806249571

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Cristiano Cant
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Nessuno osi mai pensare che l'eccezione sia il luogo dell'animo sicuro, il solido e regale recinto dentro cui la contentezza sapiente si crogiola dei suoi meriti. Essa è al contrario il luogo del tormento, dell'irraggiunto e instabile orizzonte di un pathos smisurato, di un'eterna lotta fra l'esito e l'intuito, fra ispirazione ed approdo, fra l'impetuoso flusso e la goccia singola. L'uomo destinato alla parola, l'uomo "condannato" alla poesia, deve accettare questa sfida come il guanto gettato dagli dei sulla sua porta di casa. Lo deve raccogliere, sentirne il crudo afrore fra le narici e tentare per come può di onorarne la scelta, il senso, la chiamata, in quella caparbia lucentezza d'insieme che finisce per diventare suo abito quotidiano, pensiero e azione in cerca di una loro coerenza. Quando però il richiamo, l'invisibile mano sulla spalla, questo scioccante privilegio interiore, riescono davvero a rovesciarsi in fasto di potenza sensibile, in conio di moneta impensata, sbalorditiva, in vero raggiungimento umano ed artistico, allora ogni povero commento è stralcio fra le dita di un pezzente, miserrimo azzardo per emuli amputati. Qui, proprio qui, dentro questo reame di sontuosa bellezza poetica, di altissimo e doloroso sfarzo, una voce - plasmata chissà dove e da chi - ha restituito all'esile cielo della vita, al dramma del finito, uno dei più grandi risultati di cui la parola possa essere capace, sigillo di un Oltre e di una sfera che superano l'essenza di ogni materia spiegabile. Simile all'alba di un nuovo diluvio, di una tempesta che annulli e ravvivi i cardini del linguaggio stesso, l'amore sfiorato e cantato in ogni arcano dirupo, in ogni brulla e raffinata cadenza, così come l'amicizia esaltata in traccie avare di ferite. I sentimenti di sempre, dirompenti e friabili insieme, stracciati e intatti nelle loro eterne combinazioni, seme di vera perfezione nel terreno del verbo. Fuori da queste pagine è sporco anche il mantello di un angelo.

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William Shakespeare

1564, Stratford upon Avon

Nacque da John, guantaio e piccolo proprietario terriero e da Mary Arden, di famiglia socialmente più elevata di quella del marito. Terzo di otto fratelli, studiò nella scuola di Stratford, che dovette forse abbandonare per sopravvenute ristrettezze economiche. A 18 anni si sposò con la venticinquenne Anne Hathaway da cui ebbe subito la prima figlia Susan, causa delle affrettate nozze, e nel 1585 i due gemelli Judith e Hamnet, morto poi nel 1596. Fino al 1592 non ci sono notizie attendibili; certo è che a questa data aveva ormai lasciato famiglia e paese natio per trasferirsi a Londra, dove era in contatto con l’ambiente degli University Wits. Nel periodo della peste (1593-94) scrisse due opere poetiche dedicate al duca di Southampton:...

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