La sorella di Mozart

Il valore di questo romanzo, meritoriamente rilanciato a 17 anni dalla prima edizione, sta nell'aver squarciato, tra le prime testimonianze, il velo sulla figura di Nannerl Mozart, personaggio vissuto all'ingombrante ombra del fratello e di un padre autoritario e dotato di una lungimiranza a senso unico, totalmente concentrata sulle doti del figlio maschio. Pare che Nannerl fosse talentuosa tanto quanto, se non più di Wolfgang ma le convenzioni dell'epoca e la condizione della donna nel XVIII secolo non le permisero il riscontro che avrebbe meritato. L'eroina di Charbonnier è una figura estremamente tormentata: risoluta fino alla sgradevolezza, indurita dai comportamenti del padre, dalla condiscendenza di una madre debole e devota al marito e dalle angherie del fratello che comprometteranno l'idilliaco legame infantile, Nannerl si riscatterà solo negli ultimi anni della vita dell'ormai celebre fratello e... grazie all'amore di un uomo... Piccola caduta in un quadro dalle tinte orgogliosamente femministe. La storia ci dice che Nannerl, dopo la morte del fratello, si occuperà di sistemattizarne la straordinaria produzione per consegnare ai posteri la genialità di Wolfgang, cui senza dubbio anche il suo talento contribuì in maniera significativa. Il romanzo sembra accompagnare, anche stilisticamente, le alterne fortune della protagonista, con alcune cadute ritmiche, indugiando, a tratti, sulla melancolia autodistruttiva di Nannerl, per poi riprendersi nella parte finale, dipingendo una figura finalmente rinata, padrona del proprio talento di musicista e compositrice, ferma nella volontà di scoprire e consegnare al mondo il genio del fratello che ritroverà, nel finale, in maniera deliziosamente scherzosa, restituendo al lettore un sorriso ironico e intelligente sulla vita, così come doveva essere stato quello dei due fratelli. Molto bello anche l'incontro con Salieri al cimitero di Salisburgo, dove riposano le spoglie di Nannerl ma, come è noto, non quelle di Wolfgang.