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Nel panorama editoriale italiano, ancora povero di contributi sulla musica contemporanea, questo libro rappresenta senza dubbio una novità gradita. Si tratta di una raccolta di trenta interviste, realizzate dall'autore tra il 1988 e il 2004, a musicisti che negli ultimi anni hanno dato un grande impulso alla sperimentazione e allo sviluppo di nuove forme creative. Gli intervistati sono in gran parte di provenienza angloamericana e possono essere accomunati dal fatto di avere cercato finora la massima libertà espressiva e una sintesi tra generi e tradizioni diverse, piuttosto che la collocazione in una sfera musicale predefinita. È il caso, per esempio, di Jon Hassel ("bisogna abbattere tutti quegli inutili steccati che separano i concetti di musica classica, musica popolare, musica jazz"), di Brian Eno ("abbiamo voluto portare nella nostra musica idee molto diverse, estratte da differenti tipi di musica"), oppure di John Zorn ("io cerco di fondere assieme varie cose, tutte le musiche che ascolto"). Altri temi che ricorrono con frequenza sono l'interesse per la manipolazione digitale del suono, i problemi della musica per film, il rapporto fra scrittura e improvvisazione, il fascino per la musica e la spiritualità indiane, la ricerca di essenzialità. Motivi, questi ultimi, anticipati già nei primi anni sessanta dal padre del minimalismo Terry Riley (la cui intervista apre simbolicamente il libro), che con il suo In C del 1964, gioiello di concisione e intensità, è stato sicuramente un faro per diversi compositori qui presenti.
Marco Liverani
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