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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 1997
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è sempre molto piacevole leggere De Roberto
Fedederico De Roberto è conosciuto per il suo capolavoro 'I Vicerè' (ed il relativo eterno duello con 'Il Gattopardo' di Tomasi di Lampedusa). 'I Vicerè' sono la testimonianza malinconica di un mondo senza ritorno,una Sicilia su cui aleggia il senso del disfacimento e della fine imminente. 'La sorte' , ambientata negli stessi luoghi ma dopo l'unita d' Italia,racconta di una società disgregata,disillusa,fatta di apparenze,la cui fragilità economica e spirituale è facilmente riconoscibile. A 151 anni dal famigerato incontro a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele,il nostro popolo è ancora nella stessa condizione,e le vicende dei personaggi che De Roberto narra nelle otto storielle,sono le stesse,mutatis mutandis,che occupano le colonne di Cronaca di tutti i quotidiani da Nord a Sud. A quel tempo trovavamo paesani,nobili in declino,nuovi borghesi che miravano a confondersi con l'ambiente dei nobili;oggi operai,studenti,borghesi e politici che cercano di imitare calciatori,veline e rock stars. Grande pregio e novità di De Roberto è di aver utilizzato come mastice (come tara?)per tutti,per tutte le storie, la sorte, che " talvolta dice sì e talvolta dice no",ma sia per i ricchi che per i poveri è il Destino,nuovo dio lunatico e beffardo. Al contrario delle Novelle del Verga o del Pirandello, ne "La sorte",tra la prima novella intitolata 'La disdetta' all'ultima 'Rivolta' , tutti i protagonisti,in un breve arco di anni, si rincorrono tra miseria e nobiltà,sogno e realtà, sempre negli stessi luoghi. Stupenda la postfazione di Dominique Fernandez, sicilianista in pectore.
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