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Quando si trova il coraggio di guardare oltre la superficie, persino un nome fa riflettere sulla tensione fra il destino e le scelte che possono trasformare la propria esistenza.
«Solo tornare indietro, ritrovare il fantasma della propria infanzia in quella casa vicino al mare permetterà alla protagonista di fare pace con i suoi dolori, con i suoi lutti, con i suoi errori. E di accettare che la vita è doppia, e che spesso l'unica dolcezza che concede è farci camminare accanto ai nostri fantasmi» - Robinson
Ada, la protagonista di questo romanzo, è in viaggio e, lungo il percorso, ci accompagna nel suo mondo interiore man mano che affiorano gli episodi della sua vita distinti, nel testo, da due diversi tempi verbali, che scandiscono il racconto facendo emergere, a poco a poco, sensazioni e vicende personali. Forse Ada non è l'unica a viaggiare: le due storie (presente e passato) spesso si intersecano con la dettagliata descrizione di locali e località e ci sembra, nel contempo, di incamminarci per quelle strade e di immedesimarci nel flusso dei pensieri della donna. L'Autrice sa ben districarsi in una materia multiforme, che rivela pure risvolti sociali di grande attualità, giungendo a un finale sicuramente inaspettato e richiamando una sorta di mise en abîme con il gioco di specchi creato, che restituisce ritmo e dà prova di padronanza stilistica e narrativa.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Si svela tutta nel finale l’intenzione teorica dell’autrice, quella di dimostrare i corsi e ricorsi di una microstoria perché nella vita tutto ritorna. Specularità come conferma d’identità, dialogo con la propria coscienza, complementarietà tra aspetto e anima si evincono dall’oggetto protagonista: uno specchio a tre ante e dal nome della protagonista Ada: uno dei rari nomi palindromi, racchiude il significato di una vita intensa, doppia, che si legge e si vive su un percorso di andata e ritorno, su due piani speculari, paralleli e complementari. La narrazione che nelle prime pagine assomiglia a un diario della quotidianità, si fa via via più avvincente, tanto da assumere toni dialogici alti, in cui ogni interlocutore, soprattutto il figlio, simboleggia la sua voce nascosta. La trama si snoda toccando tre città fondamentali per il patrimonio artistico culturale italiano Napoli, Roma, Firenze, ma emerge come fil rouge in una sola notte trascorsa dalla protagonista in una località del Cilento, in una dimora di campagna, luogo della memoria. Ada siamo noi, sempre in bilico tra dovere e desiderio, tra affetti e carriera, tra passato e futuro, tanto da non assaporare pienamente il presente. Quando Ada decide di vivere l’hic et nunc, pur tra mille scrupoli e sensi di colpa, assapora la libertà e un senso di completezza mai avvertito. La felicità è effimera, ma costituisce per Ada conferma di una pienezza della vita, segnale di svolta in una routine incellofanata nell’espletamento di mansioni e in un’ipocrisia formale. Freschezza dello stile e profondità del messaggio si alternano, rendendo Specchio a tre ante un romanzo fruibile a ogni età, in cui anche tematiche come il lutto e l’anoressia sono trattate con delicatezza. Un libro da non perdere.
E’ la storia di una donna, della sua rinascita, dell’attraversamento di un senso di abbandono, di un successivo grande amore, della compattezza di un successivo dolore. Troviamo Ada, la protagonista, in viaggio da Roma verso il Cilento della sua infanzia. La casa avita, ormai abbandonata da anni, accoglierà il suo percorso nella memoria di tempi lontani che si intrecciano con i momenti importanti della sua vita più recente. Un romanzo dal doppio piano temporale in cui ci si immerge perfettamente grazie ad un sapiente uso delle forme verbali. Il narrare è una continua sorpresa, una ricerca dei sentimenti di un’anima in pena ed è arricchita dalle sapienti e coinvolgenti descrizioni dei luoghi e delle città che la vita le fa incontrare. Una narrazione che svela il “doppio binario” della vita di Ada e la fascinazione dello specchiarsi come tentativo di ritrovare se stesso nell’immagine riflessa nel tentativo di approdare ad una ritrovata serenità.
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