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<p>Prima edizione. In apertura, invio autografo dell'Autore a matita, il cui dedicatario &egrave; stato per&ograve; cancellato - Brossura editoriale con sovraccoperta, 292 pagine. Copia in ottimo stato -- Tre fratelli e due sorelle lasciano Istanbul per seguire ognuno la propria strada, si ritrovano e poi si riperdono, mentre le loro vicende si intrecciano con la grande storia del Novecento. Zio Bernard si fonde nella figura del pi&ugrave; misterioso agente di Stalin nella Parigi degli anni trenta e del Front Populaire. La bellissima e fascinosa zia Perla da entraineuse a Praga diventa una delle signore pi&ugrave; ricche e corteggiate d'Europa. La malinconica Dolceta sposa un ufficiale turco e trascorre il resto dei suoi giorni in un manicomio di Istanbul. Di Benjamin si perdono le tracce nella Russia sovietica e Paul, ragazzo delle pulizie nella Costantinopoli occupata dagli Alleati, trova la sua Europa nella Cecoslovacchia tra le due guerre, finisce ai lavori forzati in Anatolia per poi sognare di rifarsi una vita da immigrato nella Milano del miracolo economico. Attraverso una manciata di foto sbiadite, di racconti interrotti, di favole tramandate e di episodi visti e ricordati con gli occhi di un bambino, Siegmund Ginzberg racconta le avventure, le passioni, i traslochi, le speranze e i silenzi di una famiglia.</p>.
Indice
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Queste memorie sono preziosissime per chi si interessa di cose turche, perche' ci aiutano a risolvere un problema perenne nel vicino Oriente: quello del punto di vista. La storia e' sempre una, quella del potere; qualsiasi versione eterodossa e' ignorata, denigrata o quando possibile cancellata. Ecco, con Ginzberg e la sua famiglia scopriamo la complessita' della prima meta' del Novecento vista da una famiglia ebrea di scarsi mezzi in maniera piacevole e scorrevolissima. E' bello condividere con loro i momenti di felicita' familiare e quelli piu' che difficili, impervi - come le circostanze che li hanno costretti a scappar via da Istanbul. Della perfidia e incapacita' dei satrapi turchi non si scrivera' mai abbastanza; di tutti coloro i quali sono finiti nei guai per colpa loro, e specialmente l'assassino Adnan Menderes, e' obbligo morale mantenere la memoria.
Il romanzo-non romanzo della propria famiglia, l'autore è bravissimo a raccontarcelo e noi ci lasciamo trasportare curiosi pagina dopo pagina. Alla fine vien voglia di saperne sempre di più sull'Europa tra le due guerre, sullo spionaggio sovietico, su una Istanbul crocevia di profughi e di spie, magari rivedendo quel gran film che è "Operazione Cicero" di Joseph L. Mankiewicz.
Si dice che nella vita di ogni uomo o donna ci sia un romanzo. Nella vita di Siegmund Ginzberg, o meglio nella sua e in quella della sua famiglia di ebrei erranti fra Istanbul e Praga, fra Parigi e Milano, passando per un bel po' di altri posti, di romanzi se ne intravedono abbastanza da riempire un'intera libreria. Ginzberg, che restando fedele allo spirito di famiglia ha passato la vita a girovagare tra Cina, America ed Europa come corrispondente e inviato dell'Unità, ha provato a condensarli tutti in un solo libro: "Spie e zie" (Bompiani editore), che come scrive nelle prime righe "non è propriamente un romanzo, e nemmeno un saggio, non è un libro di storia, ma di storie, frammenti di storie orecchiate in famiglia intrecciate a storie e luoghi del Novecento". Chiamatelo come volete, è un libro meraviglioso, carico di avventure, passioni e umorismo, tre ingredienti che l'autore ha evidentemente ereditato in abbondanza dalle sue zie - per tacere di quelli che gli hanno lasciato in eredità le spie
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