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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2019
Lo straordinario decennio in cui Venezia sostituisce l'oro al ferro: entra nel 1500 da grande potenza, tutta Europa coalizzata la sconfigge militarmente, ma trionfa come maestra delle arti e della bellezza. Nasce un mito.
«I colori della pittura, gli ori della basilica di San Marco, gli splendidi palazzi affacciati sul Canal Grande e ciò che, ancora oggi, rende unica la città lagunare furono gli ingredienti di una politica di potenza che non passò per le armi, ma per la bellezza. Sta in queste compresenze, nel serrato susseguirsi di luci, ombre e, talvolta, notti profonde, che l'autore si addentra, facendo sperimentare a chi lo segue la complessità della storia. Il libro consente così di inoltrarsi in una città viva, a tratti convulsa, che in un decennio subì trasformazioni radicali» – Matteo Al Kalak, Avvenire
«Marzo Magno in "La splendida" gonfia le vele dell'orgoglio veneziano e rivendica il lascito che Venezia ha donato al mondo. Un mix di arte, tecnica e civiltà» – Paolo Marcolin, Il Piccolo
Venezia è nel 1499 una grande potenza europea. Solo dieci anni dopo - sconfitta militarmente dalla lega di Cambrai - è una sopravvissuta. Inizia una fase di splendore che durerà ben tre secoli. La Serenissima repubblica sostituirà allora la forza con l'ostentazione, la potenza con la ricchezza, il ferro con l'oro. Sarà il suo modo per recuperare il formidabile colpo inferto da tutti i grandi stati d'Europa coalizzati contro di lei e il conseguente rischio di scomparire per sempre dalla carta geografica. Venezia non sarà più potente, ma splendente, e riuscirà a mantenere un ruolo centrale utilizzando l'arte, l'architettura, le celebrazioni delle ricorrenze civili e religiose. Non potrà più intimorire con il clangore delle armi, ma riuscirà a meravigliare con il tintinnare delle monete. La Venezia del Cinquecento è quella del mito arrivato fino a noi: la città dei palazzi di Sansovino, della celebrazione del governo perfetto, della rivoluzione del colore che influenzerà tutta la pittura successiva. Alessandro Marzo Magno ricostruisce lo stupefacente susseguirsi di eventi che hanno portato la Dominante – così veniva chiamata la città – a essere la fucina delle arti che ancora conosciamo e amiamo.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L’idea di questo libro è molto carina. Un capitolo dedicato a ciascuno degli anni della storia di Venezia tra il 1499 e il 1509. Per ogni anno si citano gli avvenimenti più diversi: si parla di Tiziano e Giorgione, di donne e di guerre, di feste e di libri a stampa. Forse il libro sarebbe stato molto più corposo, ma mi sarebbe piaciuto che invece di fare solo brevi accenni, su molti argomenti – interessantissimi – l’autore si fosse soffermato di più. Così com’è lascia un po’ di delusione, la sensazione di aver solo sorvolato tante piccole storie senza riuscire a conoscerne davvero nessuna.
Scritto da Alessandro Marzo Magno, celebre giornalista e scrittore, veneziano DOC trapiantato a Milano. Libro assai apprezzato per lo stile della sua scrittura: precisa ma non pedante, anzi efficace nel trasmettere la bellezza di una Città che nel decennio analizzato era al culmine del proprio stato di grazia. Un capitolo straordinario che nel 1509 è stato bruscamente interrotto. Assai interessante è sapere che, dopo il recupero dei territori perduti (eccetto Trentino, Romagna e Puglia), la Dominante non è più la macchina da guerra che era stata sino a quel momento, cioè impetuosa e apparentemente invincibile: non che perda del tutto la sua potenza bellica (basti vedere l’ambito navale), diciamo che lo slancio ne risulta un po’ più contenuto. La Venezia post Cambrai (cioè successiva al periodo 1509 - 1517) è la Venezia che diventa incontrastata Regina delle Arti e che trasforma la propria potenza rendendola più sottile e seducente, più femminile, accrescendo e alimentando in primis quel mito che essa stessa aveva fondato e che l’avrebbe resa celebre a livello mondiale. Ciò smentisce la lettura comune che vede la Serenissima iniziare una parabola discendente che la considera già sulla strada del tramonto. Apprezzato altresì il fatto che il libro non prendesse in esame solo il classico aspetto politico-militare o - in alternativa - i vari aspetti della società veneziana studiandoli a compartimenti stagni. Le varie sfaccettature della Venezia di inizio Cinquecento sono state incastonate in maniera meravigliosa, facendo risplendere il quadro tratteggiato. Le sfaccettature sono state affrontate con il giusto grado di dettaglio, sennò il rischio era di voler dire tutto ma in modo superficiale, oppure di voler dire tutto facendo un’opera enciclopedica. Conclusa la lettura posso dire di essermi ritenuto davvero appagato e soddisfatto, pertanto sono convinto nel voler leggere altri libri - passati e futuri - dell’autore in questione.
Recensioni
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