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Ho assaggiato eccellenti vini con etichette qualsiasi, quando un vino è buono è buono. Lo scrittore non a caso ha scelto di rappresentare la copertina del suo libro con un suo scatto personale,un luogo umido, uno stagno quindi, proprio perché è il luogo che caratterizza il Romanzo. Leggero e profondo allo stesso tempo ,ricco di significati,mi ha catturato e tenuto in suspense dall’inizio alla fine, Lo Stagno è un Romanzo che parla agli adulti perché riporta indietro nel tempo e fa ritornare adolescenti , ma anche molto adatto e utile per le nuove generazioni che potranno così vedere come vivevano i loro nonni al tempo della loro giovinezza nei dintorni di Firenze e della sua bellissima campagna Toscana.
Un romanzo, o meglio un racconto lungo, di formazione ad alto tasso di leggibilità pubblicato da una piccola casa editrice qualche anno fa. Con una scrittura sorvegliata e avvolgente, Massimo Avuri narra una storia che vede protagonisti un adulto misterioso e un gruppo di adolescenti in una Firenze non molto lontana nel tempo. Dentro ci sono i quartieri della città, l’Arno, la campagna toscana circostante, ma soprattutto i grandi sentimenti d’amicizia e d’amore, le nostre paure e i sorprendenti atti di coraggio. Lo stagno è il volto più autentico della realtà che solo la letteratura sa illuminare: “se lungo il cammino smarrisci te stesso perché non sai chi sei e che cosa conta per te nella vita, non riuscirai a ritrovarti o potrai solo illuderti di farlo..”, scrive l’autore. Peccato per la copertina… non rende merito al contenuto del libro.
Un romanzo pulito, pudico, romanzo e basta. Per cominciare dall’ultimo aggettivo – non sostantivo… -, Lo stagno è romanzo perché non eccede la misura: 140 pagine finemente tornite, una fatica appena sopportabile da chi sa scrivere, da chi sa quanto è faticoso controllare il proprio stile e vuole lavorare bene, con lentezza... È un romanzo pudico perché dice tutto senza ostentare nulla, neanche il vernacolo fiorentino, a cui Avuri ricorre solo perché per lui lingua degli affetti. Un romanzo pulito perché commuove e ci riporta a quell’infanzia che, benché ancora nostra, non abbiamo il coraggio di celebrare, forse perché, appunto, troppo pulita. Finita l’agile lettura ci si sente un po’ soli ma, almeno, non più unici.
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