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Alcuni conoscenti mi hanno passato una copia di questo volume, chiedendomi un parere a riguardo, dato che loro erano rimasti perplessi. E bene, questo libro ha lasciato perplesso anche me. Partiamo da un fattore: non c'è nessuna rivelazione in questo libro. Molto spesso, interi capitoli sono stati scritti utilizzando libri di altri autori come unica fonte. Un esempio è il capitolo sull'Holodomor, in cui in quasi tutte le note appare una citazione ad un libro del sindacalista Douglas Tottle, uno dei principali negazionisti dell'evento, senza fare quasi totalmente utilizzo di "altri punti di vista" (per giocare con il titolo di questo libro). Un altro caso è il capitolo sulla collettivizzazione, dove è il caso, invece, dello storico britannico riduzionista R. W. Davies, citato in quasi tutte le note. In poche parole, questo libro si presenta come un "collage" di citazioni di testi filo-sovietici che non aggiunge assolutamente nulla al dibattito storiografico. Le ipotesi portate da questi autori sono state abbondantemente superate quando, nel 1991, gli storici sono entrati negli archivi di Stato dell'URSS (ma questo all'autore è sfuggito). Dopo l'apertura degli archivi, sono usciti nuovi volumi, forti di una nuova documentazione, che hanno sostanzialmente confermato le tesi che il tanto criticato Robert Conquest aveva formulato diversi anni prima, citando, semmai, alcune cifre al ribasso. In alcuni casi, le vittime dell'Holomor furono abbastate da 5 milioni a 4 milioni di unità, anche se altri autori, al contrario, hanno stimato, sulla base delle scoperte, che fosse la stessa stima di Conquest ad essere al ribasso, tendendo invece per una di 6-7 milioni. Altro elemento che sminuisce la natura storiografica del volume sono i toni apologetici sconclusionati, che non degnano questo libro della ben più seria attribuzione di "saggio storico".
Grandissimo libro
Mi chiedo, ma come si fa a LEGITTIMARE uno tra i più grandi folli KRIMINALI che ha la responsabilità maggiore della sofferenza di decine di milioni di esseri umani trattati peggio delle bestie, come delle cose. Come si fa ad avere un altro punto di vista difronte alle responsabilità si questo kriminale sulla morte di circa 20milioni di persone????? Stalin è stato il degno erede di quel assassino e kriminale di Lenin, che subito dopo aver conquistato il potere incominciò ad eliminare, ad incarcerare, ad assassinare i propri oppositori, incominciando dagli anarchici. Lenin, con Trosky, diede vita al TERRORE ROSSO, dove si militarizzo'la società, le fabbriche dove si obbligò i lavoratori a lavorare di più con lo stipendio diminuito, senza diritti, con il rischio di essere portato nei GULAG, che nel frattempo stava creando, o di essere fucilato. I contadini che venivano considerati una classe inferiore, vennero deportati in grande quantità, i famosi kulachi, furono fatti morire di fame a migliaia x i sequestri dei raccolti compiuti dai bolscevichi. Le armate partigiane, composte in prevalenza da contadini, vedi ad esempio la più numerosa comandata dall'anarchico NESTOR MAKHNO, vennero prima "usate" x sconfiggere i bianchi, poi con la solita doppia faccia dei bolscevichi, vennero sterminati dalla Armata rossa. KRONSTADT fu una delle ultime rivolte contro il terrore comunista soppresse nel sangue. Stalin imparò la lezione e prese come esempio Lenin. Elimino'praticamente quasi tutti gli ex dirigenti del partito poi iniziò con le categorie, scienziati medici militari ecc. Ci fu poi il periodo che elimino'una percentuale circa del 20xcento delle etnie minori, curdi, moldavi, lettoni, giorgiani. Senza contare i vari progrom contro gli ebrei. Poi se la prese con gli stranieri che vivevano in Urss, tra cui centinaia di italiani con l'aiuto di quel assassino di Togliatti,con l'aiuto dei dirigenti del Cominter. Nel 1936-39,in Spagna fece assassinare migliaia di anarchici,del Poum
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