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scheda di Sanino, E. L'Indice del 2000, n. 09
Ognuna delle liriche prese in esame in questa raccolta di saggi sulla poesia tedesca metropolitana è stemma di città. In primo luogo perché la sua apparente evidenza cela una rete di significati la cui chiave d'interpretazione rimane spesso invisibile a uno sguardo superficiale. In secondo luogo perché lo stretto rapporto tra la lirica e l'arte figurativa dell'inizio del secolo scorso in Germania è il motivo conduttore lungo il quale si dispongono gli svariati testi. Non a caso le poesie analizzate fanno propri i forti contrasti tipici delle silografie: figure in bianco e nero si stagliano minacciose e arcigne oppure si confondono spaventate e indistinte in una massa di altre figure in bianco e nero su sfondi immutabilmente grigi, a tratti illuminati dal freddo baluginio metallico di treni e strade ferrate. Non stupirà pertanto trovare - accanto a poesie di Jakob van Hoddis, Bertolt Brecht, Gertrud Kolmar e molti altri - numerose tavole che riproducono i legni di Frans Masereel. I lavori del pittore fiammingo - che da "storie per immagini" evolvono per gradi in concitati montaggi di immagini senza storia, dettati dallo scontro con l'assurda realtà urbana - non vogliono essere commento, ma parabola esemplare della lirica coeva. In quelle silografie, nelle quali l'apocalittico nero domina sui lampi di bianco residuo, anche i raggi del sole, simbolo principe delle forze della natura verso le quali lo spirito sognante dell'artista cittadino pur tende, si fanno lame aguzze che sembrano indicare l'unica via ancora possibile: la bassura della città. Una costellazione di testi che, senza vantare pretese di esaustività, offre molti spunti interessanti.
Eloisa Sanino
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