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Trattasi di una traduzione di un testo del 1861, inedito per l'Italia, scritto da un presunto testimone oculare degli eventi risorgimentali. Dopo una premessa sul quadro della situazione politica europea ed italiana che determinarono la "Spedizione dei mille", il libro narra con dovizia di particolari le vicende di Francesco II di Borbone, salito al trono del Regno delle Due Sicilie ad appena 21 anni, per la morte prematura del padre Ferdinando II, e subito costretto a difendere il suo regno dagli attacchi dei garibaldini prima e dei piemontesi poi, davanti all'immobilismo di tutte le potenze europee e con Francia ed Inghilterra interessate e conniventi con gli invasori. Ne viene fuori un ritratto in controcorrenza rispetto all'opinione dominante, imposta dai vincitori, sul tanto oltraggiato "Franceschiello", fatto tutto di commoventi slanci di amore verso il suo popolo, atti di eroismo ed insospettata saggezza che sicuramente oggi contribuisce a riabilitare il personaggio; mentre vengono messi in evidenza le perfide trame ordite dai nemici del Regno delle Due Sicilie, i tradimenti di molti personaggi politici e militari borbonici e gli atti di feroce barbarie compiuti da garibaldini e piemontesi per raggiungere il loro scopo. La particolarità di quest'opera, oltre alla descrizione cronologica delle situazioni e degli eventi durante il loro decorso, di cui naturalmente ha grande rilievo l'assedio di Gaeta, sono i riferimenti fedeli ai documenti del tempo emessi ed inviati alle potenze europee, a cui l'autore per una sua presunta posizione privilegiata sicuramente aveva accesso, ed alle sue considerazioni "a caldo" a commento dei fatti. Pur riconoscendo il valore indiscutibile dell'Unità d'Italia, a mio modesto parere, questo testo arricchisce ulteriormente di particolari il quadro storico del Risorgimento fornendo una diversa lettura nel momento in cui si celebra il 150° anniversario.
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