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Anno edizione: 2013
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Durante la beatificazione di Frédéric Ozanam, nel 1997, Papa Giovanni Paolo II lo definiva come il grande precursore della dottrina sociale della Chiesa. I poveri erano per Ozanam una continua preoccupazione e queste lo avevano spinto, assieme ad otto suoi amici ventenni, studenti alla Sorbona, a fondare la Società di San Vincenzo de' Paoli, al servizio degli ultimi. Ozanam si trovava a disagio nella Francia anticlericale di Luigi Filippo, il re borghese, di cui rifiutava il moderatismo, che, alla vecchia aristocrazia aveva sostituito gli interessi della nuova borghesia industriale, disinteressandosi alle masse operaie e contadine che erano tenute ai margini della società. Sentiva, dunque, per sé stesso e per la Chiesa, la necessità di una strada nuova, alternativa al nascente socialismo quanto all'egoismo dei nuovi padroni. Ed era convinto che proprio l'esperienza delle Società di San Vincenzo fosse la strada per cominciare a tracciarla. Non più trono e altare, bensì solo i poveri avrebbero portato nuova linfa alla Chiesa. Su "Le Correspondent", il 10 febbraio 1848, scriveva: " Io chiedo che al posto di sposare gli interessi della borghesia egoista, noi ci occupiamo del popolo che ha troppi bisogni e pochi diritti, che reclama con ragione una parte più piena negli affari pubblici, delle garanzie per il lavoro e contro la miseria, che ha dei cattivi capi ma solo perché non ne trova di migliori". Ozanam è un indignato ante litteram che ha il coraggio di dire. "Il motto 'Liberté, Egalité, Fraternité ' è il Vangelo". Sicuramente, se fosse vissuto oggi, si troverebbe molto bene con Papa Francesco, che ha fatto della povertà il tratto forte del suo pontificato.
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