È concepibile una "giurisprudenza spiritica"? Nell'Italia di inizio Novecento, con l'alta borghesia presa a dilettarsi di convivi medianici intorno a tavoli ballerini e il basso popolo timoroso di un vasto catalogo di spiriti, lo era senz'altro, ma la questione del trattamento riservato dal diritto ai fantasmi risulta assai più antica e, insieme, attuale. Lo racconta Raffaele Caterina in questo suo saggio, un raro esempio, non solo per l'Italia, di «narrativa giuridica», dove i rapporti tradizionalmente specialistici tra diritto e letteratura si risolvono in un'inedita, godibile osmosi. Con la chiarezza del giurista di vaglia e un gusto felicemente letterario per il curioso, Caterina ripercorre il problema della locazione e compravendita di case dichiarate infestate da spiriti, inseguendone le tracce lungo i secoli. Il testo, che prende spunto da una novella pirandelliana sul tema, La casa del Granella, si destreggia erudito tra lumi del Settecento tedesco, prestigiose opinioni dell'Ottocento francese, chiaroscuri di dottrina e giurisprudenza italiane del primo Novecento, fino ad arrivare alla più viva attualità attraverso l'evoluzione vissuta dal tema nel contesto statunitense. La questione giuridica consiste nel riconoscere o meno il diritto alla risoluzione di un contratto, o alla revisione delle sue condizioni, quando l'abitazione affittata o comprata sia denunciata come abitata da spiriti, la soluzione passando allora tra la prova del fenomeno o della sua semplice fama; nel libro, tuttavia, il tema giuridico viene proiettato con perizia sullo schermo dei diversi periodi e contesti, attraversati da linee di forza spiritualmente contrastanti (dallo scientismo alla parapsicologia, con un significativo cortocircuito, tra l'altro, nella figura di Cesare Lombroso, l'insigne criminologo positivista che morì spiritista convinto), ma accomunati dal fondamentale interrogativo sui compiti e le funzioni del diritto. Spicca, in tal senso, la parte dedicata alla giurisprudenza e dottrina americana contemporanee, dove il tema delle case "psicologicamente viziate" per le dicerie sull'esistenza di fantasmi evolve in quello, evidentemente assai meno folcloristico e ben più delicato, della diminuzione di valore di abitazioni che siano state teatro di delitti oppure abitate da persone sofferenti di malattie, quali l'Aids, dal particolare stigma sociale. La lezione di un diritto che, come già dimostrato per la questione razziale negli Stati Uniti alla metà del secolo scorso, ha saputo contrastare irrazionalità e pregiudizi radicati, si impone allora nella sua limpida indicazione di una responsabilità sociale tanto della disciplina quanto dei suoi operatori, secondo un processo che attraversa le società umane confrontandosi criticamente con le loro credenze. Luca Arnaudo
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