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Anno edizione: 2021
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Streghe fraterne è un grande trittico, un'opera tutta al femminile, violenta, segnata da una sessualità delirante ma anche dalla nostalgia della declamazione e della parola. E dal desiderio di sopravvivere, a ogni costo.
«Volodine naviga al largo delle tendenze letterarie del momento, frantuma i confini dei generi letterari, ne inventa di suoi, non cerca una narrativa "facile" né ambientazioni convenzionali, ama i grigi, spesso il nero, e se bellezza c'è nei suoi libri, è la bellezza malata, violata di un mondo in rovina che ha anche in questo libro le caratteristiche del Caucaso» - Cristina Taglietti, la Lettura
«Antoine Volodine realizza un omaggio alla forza della parola» - Luciano Funetta, Robinson
«Antoine Volodine è uno scrittore di ortodossa devozione alla letteratura. Malgrado si ostini a venerare luoghi marci e comportamenti aberranti, ha un atteggiamento cristallino rispetto al mestiere di scrittore. La sua prosa è limpida quanto i suoi panorami sono oscuri» - Elena Stancanelli, la Stampa
Éliane Schubert, attrice girovaga, racconta nel corso di un interrogatorio la storia della compagnia teatrale itinerante di cui ha fatto parte. Anni interminabili passati a viaggiare sugli altopiani a bordo di due furgoncini carichi di fagotti attraverso villaggi e contrade, recitando farse medievali e scenette di agit-prop, in un mondo indefinito dove si aggirano banditi a cavallo, crudeli e assetati di sangue. Il racconto di Éliane è intervallato da brevi vociferazioni, stralci di una cantopera trasmessale dalla madre e dalla nonna, attrici girovaghe anche loro. Questi slogan snocciolati come un mantra, con incitamenti all'assassinio e parole d'ordine concepite per un popolo da fine mondo, sono il fulcro narrativo della seconda parte. La terza e ultima parte, costruita come un'unica frase lunga oltre cento pagine, conduce il lettore nello spazio scuro, trascinandolo in una potente spirale onirica e allucinatoria.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Appena dopo aver terminato "Streghe fraterne" di Antoine Volodine ho la sensazione di essere uscita da un vortice profondissimo di parole intrecciate, di storie annodate. Non saprei descriverle, ma esorto tutti a lasciarsi travolgere dalla capacità affabulatoria dell'autore. Ascoltando l'eco pirandelliana, Volodine ci ricorda che siamo tutti sul palco del mondo. Lo è per prima Eliane Schubert, attrice girovaga, apolide. Eliane custodisce le voci ancestrali di sua madre, di sua nonna, le replica, come parte di sé, rotte da seguire di generazione in generazione, come fanno le donne del nostro Sud. Non può fermarsi, accetta di buon grado di essere considerata una strega. La donna diventa fraterna amante di banditi per poter sopravvivere, mai sottomessa, mai rassegnata, risuscita dal silenzio le vocificazioni, unico mezzo per rimanere se stessa, per resistere all'annichilimento, alla violenza. Eliane assume modelli di comportamento maschili, tanto che, a tratti, noi lettori ci troviamo nel mezzo di una scena propria del miglior Tarantino. Il corpo e la voce sono però anche strumenti di sorellanza, essi travalicano il tempo e lo spazio, animano il cammino. "Non camminare se non hai una fiamma in te". "Dopo la fine di ogni viaggio riprendi il cammino! Dopo la fine del cammino, riprendi il cammino! Metti i tuoi resti al riparo".
Altro eccellente romanzo di Volodine, uno fra i migliori autori in circolazione. Opera davvero straniante, allucinata, onirica e perturbante, teatro itinerante in luoghi desolati, strane parole, oscuri mantra criptici e stregoneschi, un lungo finale di circa cento pagine degno dei migliori deliri di Thomas Bernhard. Cercate l'intima essenza della filosofia weird in letteratura, proprio in autori e opere come questa, un tipo di narrativa ad ampio respiro che trascende quella di genere, si manipolano materie prime più ricche, sfumature e linguaggi diversi, più complessi e davvero inquietanti, non le solite insipide minestre colme di stereotipi o finte innovazioni comunque convenzionali. Proprio come disse in una vecchia intervista un grande come Thomas Ligotti che ebbe il coraggio di affermare che gran parte della narrativa di genere weird o horror contemporanea o del passato, vale ben poco o nulla, del resto lo affermò anche un certo Theodore Sturgeon in merito alla fantascienza. Naturalmente astenersi attempati nerd, qui non troverete il solito intrattenimento o sollazzo, qui si scava a fondo, questa è solo ottima vera letteratura.
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