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Suicidio occidentale. Perché è sbagliato processare la nostra storia e cancellare i nostri valori
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Suicidio occidentale. Perché è sbagliato processare la nostra storia e cancellare i nostri valori - Federico Rampini - copertina
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Suicidio occidentale. Perché è sbagliato processare la nostra storia e cancellare i nostri valori

Descrizione

Questo pamphlet è una guida per esplorare il disastro in corso; è un avvertimento e un allarme.


Se un attacco nel cuore dell’Europa ci ha colto impreparati, è perché eravamo impegnati nella nostra autodistruzione. Il disarmo strategico dell’Occidente era stato preceduto per anni da un disarmo culturale. L’ideologia dominante, quella che le élite diffondono nelle università, nei media, nella cultura di massa e nello spettacolo, ci impone di demolire ogni autostima, colpevolizzarci, flagellarci. Secondo questa dittatura ideologica non abbiamo più valori da proporre al mondo e alle nuove generazioni, abbiamo solo crimini da espiare. Questo è il suicidio occidentale. L’aggressione di Putin all’Ucraina, spalleggiato da Xi Jinping, è anche la conseguenza di questo: gli autocrati delle nuove potenze imperiali sanno che ci sabotiamo da soli. Sta già accadendo in America, culla di un esperimento estremo. Gli europei stentano ancora a capire tutti gli eccessi degli Stati Uniti, eppure il contagio del Vecchio continente è già cominciato. Nelle università domina una censura feroce contro chi non aderisce al pensiero politically correct, si allunga la lista di personalità silenziate, cacciate, licenziate. Solo le minoranze etniche e sessuali hanno diritti da far valere; e nessun dovere. L’ambientalismo estremo, religione neopagana del nostro tempo, demonizza il progresso economico e predica un futuro di sacrifici dolorosi oppure l’Apocalisse imminente. I giovani schiavizzati dai social sono manipolati dai miliardari del capitalismo digitale. L’establishment radical chic si purifica con la catarsi del politicamente corretto. È il modo per cancellare le proprie responsabilità: quell’alleanza fra il capitalismo finanziario e Big Tech pianificò una globalizzazione che ha sventrato la classe operaia e impoverito il ceto medio, creando eserciti di decaduti. Ora quel mondo impunito si allea con le élite intellettuali abbracciando la crociata per le minoranze e per l’ambiente. La questione sociale viene cancellata. Non ci sono più ingiustizie di massa nell’accesso alla ricchezza. C’è solo «un pianeta da salvare», e un mosaico di identità etniche o sessuali da eccitare perché rivendichino risarcimenti. In America questo è il Vangelo delle multinazionali, a Hollywood e tra le celebrity milionarie dello sport. In Europa il conformismo ha il volto seducente di Greta Thunberg e Carola Rackete. Le frange radicali non hanno bisogno di un consenso di massa; hanno imparato a sedurre l’establishment, a fare incetta di cattedre universitarie, a occupare i media. Possono imporre dall’alto un nuovo sistema di valori. La maggioranza di noi subisce quel che sta accadendo: non abbiamo acconsentito al suicidio.

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Dettagli

2022
29 marzo 2022
252 p., Brossura
9788804738329

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ANDRICCI
Recensioni: 5/5
I danni del politicamente corretto.

E’ da anni che sostengo che il politicamente corretto stia mettendo a repentaglio la democrazia nei paesi occidentali, e questo libro conferma le mie paure: questa “filosofia” di pensiero che vuole influenzare ogni aspetto della società di un paese, rischia di farsì che la maggioranza della popolazione finisca per sentirsi minacciata, sottorappresentata, generando così idee/credenze/leggi diametralmente opposte. Un esempio dei “danni” generati dall’ideologia “woke” che sta dilagando negli stati federali governati dalla sinistra (la California e l’Est degli States), e che ha issato Alexandria Ocasio-Cortez come leader di questa corrente di pensiero: nelle biblioteche universitarie degli stati governati dalla sinistra illiberale stanno sparendo i libri che non rispettano le minoranze, mentre in quelle governate dalla destra trumpiana vengono rimossi i libri cari alla comunità LGBT+; ma quello dei libri è solo un esempio. Rampini, in questo ottimo libro, espone chiaramente la tesi secondo la quale il fatto che la nostra società civile si metta da solo sotto processo è la causa principale del declino occidentale. Al contempo, questa è una narrazione che affascina Putin e Xi-Jinping che sono a capo di governi autoritari: India, Russia, Cina, Iran … tutte potenze, piene di armi, dal grilletto facile contro un Occidente che si è messo sotto processo ed appare diviso ed indeciso su tutto.

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maxmorphing
Recensioni: 1/5

delirante

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Paolone
Recensioni: 4/5
Coraggiosa denuncia del politicamente corretto

Non avevo mai letto Rampini prima di questo suo libro. Trovo la sua analisi sul politicamente corretto molto lucida, chiara, dettagliata e coraggiosa. Peccato alcune considerazioni sulla religione, forse dettate da una poco approfondita conoscenza delle stesse. Sarebbe da far leggere a scuola nell'ora di Educazione Civica, darebbe ottimi spunti di riflessione.

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Conosci l'autore

Federico Rampini

1956, Genova

Scrittore e giornalista italiano, ha iniziato la sua attività giornalistica nel 1977 a «Città futura», settimanale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), di cui era segretario generale Massimo D'Alema; dal 1979 scrive per «Rinascita», giornale che deve abbandonare nel 1982 dopo avervi pubblicato un'inchiesta sulla corruzione in seno al PCI. In seguito è stato prima vicedirettore de «Il Sole 24 Ore» poi capo della redazione milanese ed in seguito inviato del quotidiano «La Repubblica» a Parigi, Bruxelles e San Francisco. Come corrispondente ha raccontato dapprima le vicende della Silicon Valley; ha lasciato poi gli Stati Uniti per aprire l'ufficio di corrispondenza di Pechino. Ha insegnato alle Università...

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