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Sulle tracce di Pausania - James George Frazer - copertina
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Sulle tracce di Pausania
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Sulle tracce di Pausania - James George Frazer - copertina
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Descrizione


Una delle più memorabili imprese nella storia degli studi classici è limmane commento in sei volumi che J.G. Frazer, il celebre autore del Ramo doro, dedicò alla Descrizione della Grecia di Pausania. Vagliando ogni affermazione e seguendo passo per passo litinerario di un autore a cui dobbiamo gran parte delle nostre conoscenze sui luoghi greci dellantichità, Frazer aggiunse a un tesoro di dottrina un altro tesoro, quello del suo sapere antropologico, mitografico e storico.
Giunto alla fine di questa mirabile opera, Frazer volle raccogliere in un volume amabilmente discorsivo un ritratto di Pausania stesso, figura affascinante con la quale aveva così a lungo convissuto, e una serie di profili dei luoghi più significativi della Grecia, che egli descrive così come si presentarono ai suoi occhi, paragonandoli a come erano apparsi a Pausania. Si ha in tal modo un delizioso, illuminante gioco di specchi fra autore antico, che viaggiava nel II secolo d.C. dunque nell«autunno dorato» del mondo antico , e autore moderno, che viaggiava alla fine dellOttocento. Entrambi si muovevano per lo più fra rovine, seppure diverse. Entrambi trovarono spesso animali a pascolare fra le antiche pietre. Ed entrambi erano spinti da un amore invincibile per quelle stesse pietre, studiando le quali seppero evocare una civiltà. Quanto al lettore di oggi, gli si potrà amichevolmente consigliare di non partire per la Grecia senza mettersi in valigia questo libro.
Sulle tracce di Pausania fu pubblicato per la prima volta a Londra nel 1900.
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Dettagli

1994
2 marzo 1994
388 p., Brossura
9788845910180

Voce della critica


recensione di Colla, U., L'Indice 1994, n.10

Da una bella variante del mito narrata da Pausania, secondo la quale Narciso aveva avuto una sorella gemella in tutto simile a lui, e dopo che era morta soleva recarsi alla fonte credendo così di poterne rivedere ancor viva l'immagine, il Pascoli trasse spunto per il più delicato dei suoi "Poemi conviviali", "I due gemelli"; e a Pausania attinsero sempre poeti e artisti (il Canova, ad esempio, per i suoi pugilatori Creugante e Damosseno) finché fu da loro sentito il legame con la tradizione classica. Ora che la sua "Descrizione della Grecia" ha l'insolita fortuna di due traduzioni italiane (una presso la Fondazione Valla, l'altra presso la Bur di Rizzoli, entrambe col testo greco a fronte e in via di completamento), giunge tanto più gradita questa rievocazione, da parte di Sir James George Frazer, l'autore del "Ramo d'oro", dell'itinerario da lui percorso verso la fine del secolo, come dice il titolo, proprio "Sulle tracce di Pausania". Il volume è in realtà la riduzione, curata dallo stesso Frazer, del monumentale commento col quale egli accompagn• la propria traduzione in inglese della "Descrizione della Grecia" (Londra 1898, 6 voll., di cui uno di testo, uno di indici e quattro di commento). Avendo presente la sua straordinaria attitudine ad accostare leggende, miti, racconti popolari e riti di popolazioni ed epoche diversissime (per la quale si vedano anche le "Appendici" alla sua edizione di Apollodoro per la Loeb Classical Library, Londra 1921, 2 voll.), stupisce in queste pagine l'estrema rarità di tali raffronti: ma essa è a tutto vantaggio della vivacità della descrizione dei luoghi tale da trasportare istantaneamente il lettore al crocicchio che fu fatale a Laio, o sulle cupe rive dell'Acheronte, o, meglio, di guidarlo verso la vetta del Parnaso. La parte descrittiva, preponderante, è preceduta da uno studio su Pausania in cui il Frazer, difendendolo dai massicci attacchi distruttivi dei filologi tedeschi, ne delinea un profilo assai benevolo, in cui pare talvolta di ravvisare alcune somiglianze tra il pittore e il dipinto. Sempre fluente e armoniosa è la prosa frazeriana, in questa bella traduzione di Raul Montanari; umanissima poi la moderazione con cui egli giudica le oscillazioni del sentimento religioso nel suo protetto, dal prevalente scetticismo iniziale ai tentativi di dare una spiegazione razionalistica dei miti alla finale accettazione, pur critica, delle tradizioni. L'intelligenza non troppo brillante, l'assoluta mancanza d'inventiva, la buona fede e l'integra onestà di Pausania sono infine, secondo il Frazer, la miglior garanzia dell'esattezza e fedeltà dei suoi resoconti: i quali, ci sentiamo di aggiungere, furono utili ai posteri anche per quel che vi è taciuto. Se infatti egli, violando il segreto iniziatico, avesse svelato l'identità dei Càbiri, avrebbe impedito a Goethe di beffarsi per l'eternità delle fumose interpretazioni dei mitologi romantici. Ma lasciamo volentieri alle Sirene del secondo "Faust" (qui nella splendida versione di Vincenzo Errante) la frecciata antischellinghiana: "I Càbiri, là, stanno in trono. / Stranissimi Numi, son essi: / che generan sempre sé stessi, / n‚ sanno, in eterno, chi sono".

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Conosci l'autore

(Glasgow 1854 - Cambridge 1941) antropologo scozzese. Partendo dallo studio dei riti religiosi primitivi centroitalici, formulò una teoria evoluzionista della cultura (da magia a religione e a conoscenza scientifica) a sostegno della quale, nel 1890, pubblicò Il ramo d’oro (The golden bough), ricchissima raccolta di notizie sulle pratiche magiche e religiose nelle società antiche. L’opera, che oggi gli antropologi considerano superata, ebbe grande rilievo culturale ed esercitò una notevole suggestione anche nell’ambito letterario (per es., sulla poesia di Th.S. Eliot).

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