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scheda di Longhi, M., L'Indice 1995, n. 1
"Nell'isola di Pirlandia la gente vive di Pirl (Prodotto Interno Rozzo Lordo)", e l'unico a sostenere che la sua accumulazione indefinita non sia un bene in se stessa è il mago Merlino... Con un linguaggio spigliatissimo e spesso paradossale, l'autore cerca dunque di seguire le indicazioni di Merlino e di dimostrare l'urgenza di porre dei limiti alla crescita, così da pervenire a un più pieno modello di sviluppo. A suo modo di vedere tre sono gli ordini di considerazione da fare contro la crescita indiscriminata del Pirl. Nella prima parte, "Tra Cassandra e Pangloss", si tratta della sostenibilità ecologica, e il punto di approdo, dopo gli scogli del paradigma della crescita illimitata e delle profezie catastrofiste, è rappresentato da uno stato stazionario vitale e dinamico (un po' come un lago è diverso da uno stagno). Diverse sono le strategie complementari (popolazione, riorientamento energetico, informatizzazione...) suggerite per avvicinarsi a questo modello inteso a ridurre gli "afflussi", i "deflussi" e la "potenza" dei cicli produttivi, ma tutte urtano contro l'intima logica propulsiva del capitalismo. Nella seconda parte, "Tra Napoleone e Confucio", l'attenzione si sposta alla sostenibilità sociale. Dopo la critica contro le tensioni sociali, in termini di disuguaglianza o addirittura di divergenza tra i diversi gruppi, implicite nella ricetta liberista, la proposta avanzata consiste nella creazione di un originale (ma poco dettagliato) "mercato sociale del benessere" che comporti una trasfusione di risorse dal privato al pubblico. La terza e ultima parte, "Tra Erasmo e Machiavelli", tratta della sostenibilità etica, ossia dell'urgenza di "sviluppare il senso del limite: l'etica della responsabilità e della solidarietà rispetto alla potenza della tecnica e all'invadenza del mercato". Col trascorrere delle pagine il tono preciso e documentato della prima parte si fa più discorsivo (o utopistico?), fino alla conclusione, ideologicamente scontata, della contrapposizione secca tra destra ("è meglio essere più diseguali per diventare felici") e sinistra ("possiamo essere un po' meno diseguali e un po' più felici").
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