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Recensioni Tacchino farcito

Tacchino farcito di Alda Bruno
Recensioni: 4/5
L'unica cosa che unisce i Malaspina è il tacchino farcito del pranzo di Natale. Simbolo persistente e mito consolidato dei valori comuni, il tacchino è stato anche muto testimone, e a volte vittima, di un prodigio sociologico: le singole avidità interne, esacerbate l'una contro l'altra, hanno potenziato, anziché disperdere, la potenza dell'avidità totale del clan. In tanta fortuna più o meno secolare, difficoltà persistente è stata quella di produrre un primogenito maschio. E a questa mancanza si è provveduto con lo stratagemma di conservare il nome dando in sposa le figlie ai cugini, assicurando alla famiglia una costituzione di tipo matriarcale. Ma quando finalmente, nell'ultima generazione, arriva il maschio, insulso, tronfio e corpulento "machiavelli" di una cospirazione del conquibus, le tante congenite avidità matriarcali esplodono. Un libro che in altre epoche sarebbe stato un libello libertino. Per il modo spregiudicatamente libero e scettico di sbriciolare nell'umorismo di un romanzo breve i pilastri della tradizione. Qui, sotto tiro è la famiglia. E in particolare certe grandi famiglie meridionali che girano come macchine per moltiplicare la roba, alimentate a ipocrisia e conformismo. Raramente, come in questo libro, la letteratura le ha messe in scena manovrando, più che la chiave drammatica, quella spietatamente comica. )
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Recensioni: 4/5
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